Roma – Oggi potrebbe rivelarsi il giorno chiave della direttiva sui brevetti sul software. Si riunisce infatti il Consiglio dei Ministri europei che potrebbe decidere di accelerare su una proposta invisa a tanti, non ultimi alcuni dei suoi componenti.
“Al Consiglio dei Ministri Europei – ha dichiarato ieri preoccupato Fiorello Cortiana , senatore dei Verdi, da tempo schierato contro i brevetti sul software – rischiamo che venga messa una forte ipoteca sulla possibilità di uno sviluppo autonomo europeo nell’intero comparto dell’Information Technology, grazie all’approvazione della direttiva per la brevettabilità del software”.
Sono in molti in Italia , come in tutta Europa , a schierarsi contro la proposta di direttiva che una parte del Consiglio europeo vorrebbe riuscire ad approvare senza curarsi dell’orientamento contrario espresso dall’Europarlamento sulla questione. Fin qui a schierarsi con forza contro i brevetti sono stati diversi paesi ma quello che ha agito per rendere le cose difficili a chi vuole un’approvazione rapida senza un dibattito ampio è stata la Polonia .
Proprio come già avevano fatto i gruppi che sostengono il software libero e che vedono nella direttiva un pericolo immediato per la libertà di sviluppo, ieri Cortiana si è appellato al ministro all’Innovazione italiano Lucio Stanca . A suo dire il Ministro “deve prendere una posizione chiara contro la direttiva, come chiesto nella mozione parlamentare firmata da parlamentari di destra e di sinistra su questo tema, con la consapevolezza che il software è già regolamentato dalla normativa sul diritto d’autore, già rafforzata dalla direttiva enforcement, e che se passasse la direttiva sui brevetti software, noi regaleremmo un intero comparto alle multinazionali americane e ai loro avvocati, distruggendo il tessuto di piccole e medie imprese europee”. Se Stanca non prendesse la posizione che anche il mondo accademico italiano gli chiede di prendere , secondo Cortiana “sarà un ulteriore segno, dopo il Decreto Urbani, della inadeguatezza di questo Governo ad affrontare la svolta tecnologica che abbiamo di fronte, e questo Governo avrà la responsabilità di un enorme difficoltà per le nostre imprese in questo settore”.
E se nei giorni scorsi molti europarlamentari, a partire da quelli polacchi, hanno firmato una importante mozione che chiede di riscrivere interamente la direttiva , ieri la divisione italiana di Free Software Foundation Europe ha condito con una serie di importanti adesioni un nuovo appello proprio a Stanca, l’unico che può esprimere in sede di Consiglio europeo una posizione italiana contraria alla proposta.
In una nota diffusa dalla Foundation si legge come il ‘no’ alla direttiva abbia coinvolto anche importanti imprese italiane, come I.net, Zucchetti, KSolutions, Engineering ed altre. Il timore di tutti è che le forti pressioni esercitate sul Consiglio europeo possano portare ad un’approvazione che avrebbe un effetto dirompente sulle aziende europee e sulla libertà di sviluppo.
Nella lettera aperta inviata a Stanca e firmata non solo dalla Foundation ma, appunto, dalle imprese italiane che hanno voluto sostenerla, si chiede di “riconfermare in maniera inequivocabile l’intenzione dell’Italia di discutere approfonditamente un tema così importante per il tessuto economico e sociale, italiano ed europeo, evitando che la direttiva venga approvata senza discussione nel prossimo Consiglio dei Ministri Europei”.