Microsoft ha contro-denunciato InterDigital, l’azienda che l’ aveva chiamata in tribunale contestando l’impiego da parte di Nokia di due suoi brevetti relativi al 3G, per violazione della normativa antitrust che impone la concessione in licenza con condizioni giuste, ragionevoli e non discriminatorie (distinte dall’acronimo FRAND , fair, reasonable, and non-discriminatory ) dei brevetti legati a standard tecnologici.
L’ultimo capitolo dello scontro Microsoft-Interdigital c’era stato ad aprile, quando l’ International Trade Commission (ITC) aveva stabilito la violazione di due brevetti InterDigital legati alla standard di tecnologia mobile 3G, in particolare alla gestione dell’alimentazione in uno smartphone per ridurre le interferenze sul segnale wireless.
Azienda specializzata nella concessione in licenza di proprietà intellettuale, InterDigital aveva accusato Nokia di infrazione delle proprie tecnologie nel 2007. In una prima decisione l’ITC si era espressa a favore dell’ex-colosso finlandese, mentre in seguito una corte di appello aveva riaperto il caso rinviando la questione ai giudici della Commissione federale.
Per far valere le proprie ragioni InterDigital si era nel frattempo attivata anche presso la corte del Delaware dove l’azienda ha sede: mentre la causa locale veniva “sfoltita” e ridotta a seguito di un verdetto contrario a InterDigital in un secondo processo che coinvolgeva ZTE Corp, e Nokia passava i suoi beni (e le sue pendenze) a Microsoft, l’ITC sentenziava a suo favore riconoscendo le infrazioni da parte di dispositivi della finlandese.
Per contestare la nuova decisione ora Microsoft passa al contrattacco, invocando la normativa antitrust e i termini FRAND, strategia già utilizzata da Apple contro Samsung ed Ericsson, e nello scontro brevettuale europeo tra Huawei e ZTE. Per farlo, Redmond ha scelto il Tribunale di Wilmington, Delaware, per depositare la sua controaccusa in forza della normativa antitrust per “abuso nella pratica di licenza” legata a brevetti collegati a standard. InterDigital non ha per il momento commentato la vicenda.
Claudio Tamburrino