Brevetti, iPod pomo della discordia

Brevetti, iPod pomo della discordia

A sorpresa Apple si è vista rigettare la richiesta di registrazione di alcuni brevetti chiave relativi all'interfaccia di iPod: Microsoft l'avrebbe infatti anticipata di alcuni mesi. Il big di Redmond potrebbe ora pretendere royalties
A sorpresa Apple si è vista rigettare la richiesta di registrazione di alcuni brevetti chiave relativi all'interfaccia di iPod: Microsoft l'avrebbe infatti anticipata di alcuni mesi. Il big di Redmond potrebbe ora pretendere royalties


Cupertino (USA) – Tutti parlano di iPod e tutti ne hanno sentito parlare: un successo su scala globale. Ma un fulmine a ciel sereno ha colpito negli ultimi giorni la killer app che ha portato all’esplosione del marchio Apple in tutto il mondo: l’ingegnoso apparecchio sembra utilizzare alcune idee già registrate a nome di Microsoft .

L’ Ufficio Brevetti statunitense ha così bocciato le richieste di Apple per brevettare le tecnologie alla base della riuscitissima interfaccia di iPod – dal noto touchpad circolare fino al software per la gestione dei file audio. Sembra infatti che il gigante di Redmond abbia registrato questo pacchetto di tecnologie con cinque mesi d’anticipo rispetto al lancio di iPod sul mercato americano. La vicenda ha un sapore vagamente tragicomico: alla base dello scandalo, che ha innescato una valanga di polemiche e speculazioni sulla stampa di tutto il mondo, pare esserci un errore tanto grossolano quanto grave.

Già: iPod è stato commercializzato senza essere integralmente coperto e tutelato da brevetti e licenze specifiche. La decisione dell’Ufficio Brevetti non esclude l’effettiva possibilità di una richiesta d’indennizzo e di royalties da parte di Microsoft:, una “tassa” sulle macroscopiche proporzioni economiche del fenomeno iPod. E con almeno 21 milioni di lettori Apple già venduti in tutto il mondo, l’azienda di Bill Gates potrebbe guadagnare svariate montagne di dollari.

Alcuni avvocati vicini alla Mela hanno immediatamente innalzato una barricata di smentite, gettando acqua sul fuoco: “Quanto decretato dall’Ufficio Brevetti non è affatto una sentenza della Corte Suprema”, sostiene John Ferrell dello studio legale Carr&Ferrell , “ed è ancora troppo presto per tirare le somme”. L’asso nella manica dei legali di Steve Jobs è soltanto uno: dimostrare che iPod è una invenzione Apple, acquistabile con largo anticipo rispetto all’entrata in vigore del brevetto Microsoft, datato 2001.

“Ci vorrà ancora molto tempo per venire a capo di questa situazione, almeno sei mesi”, conclude Ferrell. Sempre che Microsoft non intenda agire in maniera aggressiva: da anni, i produttori di Windows stanno costruendo una muraglia di brevetti per proteggersi dai competitori. “Non penso che Microsoft abbia intenzione di giocare la parte del bullo di periferia”, sostengono gli analisti economici dello Yankee Group .

La stessa Microsoft ha del resto smorzato il tono delle polemiche affermando, per bocca del suo responsabile brevetti David Kaefer, che “è prematuro parlare di cause legali o di diritti dovuti da Apple a Microsoft”.

Non resta che attendere lo sviluppo degli eventi.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
23 ago 2005
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