Un gesto di pace dai vertici di Samsung, per porre la parola fine alla disputa con le autorità europee sul presunto abuso del sistema brevettuale e in particolare di quelle tecnologie ritenute essenziali – o standard – sul mercato in mobilità. Il colosso sudcoreano ha mostrato le migliori intenzioni ai membri della Commissione Europea, promettendo di sospendere la sua guerra della proprietà intellettuale per i prossimi cinque anni .
Nella estenuante sfida legale con la rivale Apple, Samsung rischia una multa pesantissima – fino a 18,3 miliardi di dollari, o 13 miliardi di euro, per il 10 per cento del suo fatturato annuale – per il presunto sfruttamento indebito di tecnologie mobile che dovrebbero altrimenti essere licenziate a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (FRAND).
Confermata da un portavoce della stessa Commissione Europea, la proposta di pace avanzata da Samsung, basata sulla negoziazione fra privati, potrebbe risolvere le numerose perplessità a livello comunitario sugli abusi nello sfruttamento degli standard come il 3G, con il conseguente meccanismo basato su denunce e ingiunzioni chieste per bloccare le vendite dei dispositivi di aziende rivali in presunta violazione brevettuale.
In risposta alla soluzione avanzata dal produttore asiatico – nessuna richiesta d’ingiunzione contro quelle aziende che accetteranno la sottoscrizione delle licenze FRAND, mentre il ricorso alla giustizia sarebbe necessario solo nei casi di mancato accordo per un periodo superiore ai 12 mesi – la Commissione Europea ha aperto una fase di consultazione tra i principali operatori del mercato, per raccogliere pareri e fare chiarezza.
“Sono ansioso di ricevere i feedback dagli altri attori del mercato – ha annunciato il commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia – La difesa dei brevetti attraverso il meccanismo delle ingiunzioni può risultare assolutamente legittima. Tuttavia, quando si tratta di tecnologie ritenute standard, tutti gli abusi devono essere prevenuti in modo che i consumatori non vengano danneggiati dalle cosiddette guerre dei brevetti”.
Mauro Vecchio