Roma – La direttiva per i brevetti sul software che l’Unione Europea potrebbe presto adottare, da oggi sarà una questione meno lontana e difficile per i tanti che ieri si sono imbattuti negli attivisti che hanno dato vita alla mobilitazione nazionale annunciata nei giorni scorsi e sostenuta dai Verdi. Eventi si sono tenuti a Genova, Roma, Catania, Trieste, Pavia, Padova, Bologna e in altre città, con volantinaggi, convegni, distribuzione di materiali, presentazione dell’appello di 1200 professori universitari di informatica italiani contro i brevetti (la quasi totalità dei docenti di settore), prese di posizione di politici, come l’Italia dei Valori, quelle di FSF Europe, Italian Linux Society e Firenze Tecnologia e altro ancora.
A Camerino, il locale Linux User Group è riuscito ad “invadere” di volantini l’Università ( qui in pdf), con consegna “porta a porta” presso docenti e studenti.
A Padova invece quelli di CopyRiotCafé hanno occupato l’ufficio brevetti – ufficio trasferimento tecnologie dell’Università di Padova e – si legge in una nota – “con un prototipo di ruota gigante in cartapesta deposta sulla scrivania hanno presentato la regolare proposta di brevetto del pi greco, con la ferma intenzione di consegnare la documentazione ed il supporto tecnico al responsabile dell’ufficio”.
La mobilitazione, volta a comunicare quanto i contenuti di quella direttiva potrebbero impattare sulla vita di tutti i giorni e non certo solo su quella degli sviluppatori europei, ha lo scopo di sostenere in Senato la discussione sulla mozione che, se verrà approvata, impegnerà l’Italia a dire un no deciso all’introduzione in Europa della brevettazione “all’americana”.
“Ora – ha spiegato il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, promotore della mobilitazione – abbiamo davanti l’importante passaggio della replica del Ministro Stanca e del voto dell’aula del Senato. Ma una giornata come oggi dimostra come l’attenzione del popolo della rete su questo tema è ormai vasta e profonda. L’idea che gli alfabeti della comunicazione possano essere brevettati e dare vita a vere e proprie rendite di posizione si dimostra tecnocratica e avulsa dal nostro sistema economico e sociale: ogni volta che un’assemblea elettiva ha preso posizione su questo tema si è dichiarata contraria alla brevettabilità; spero che sia così anche al Senato prima e al Parlamento Europeo poi”.