Ne ferisce più un controller che una spada, almeno nel caso delle vendite di dispositivi per home console. Nintendo, la Cenerentola dei videogame diventata multimiliardaria principessa grazie al clamoroso successo dell’accoppiata Wii+DS, è stata battuta in tribunale dalla società texana Anascape Ltd. che la accusava di aver violato certi suoi brevetti sui controller di gioco .
In particolare, si parla degli stick analogici presenti sui controller della console “ex-gen” GameCube e il Classic Controller per Nintendo Wii, le cui proprietà intellettuali secondo il giudice appartenevano legittimamente ad Anascape già prima della loro commercializzazione .
Per questo, ha deciso nei giorni scorsi il giudice distrettuale Ron Clark, Nintendo non ha diritto a una nuova causa e da oggi è effettivo il divieto di vendita dei dispositivi in questione. Nintendo però aveva già pronta la contromossa: intende rivolgersi alla Corte di Appello federale, neutralizzando così temporaneamente il ban .
Nel contendere non rientrano i controller di Wii, e anche se i 21 milioni di dollari di risarcimento chiesti da Anascape pungono, non sono certo paragonabili ai ricavi stellari acquisiti nel corso di questi anni di autentico exploit commerciale.
Nintendo è, tra l’altro, solo l’ultima delle grandi case impegnate nel settore delle console domestiche a cadere vittima dei brevetti texani : già Sony acquistò la licenza di sfruttamento del brevetto degli stick analogici nel 2004, mentre Microsoft preferì venire a patti piuttosto che affrontare una causa in tribunale. Anascape stessa era intenzionata a entrare direttamente nel mercato, dice il legale della società, e Nintendo le avrebbe tagliato le gambe con i suoi controller.
Alfonso Maruccia