Denunce negli Stati Uniti e in Germania contro HTC, RIM e Viewsonic. Sono decine i brevetti in ballo , e Nokia sembra decisa a farsi rispettare in tribunale: la “innovazione” e la “proprietà intellettuale” di Espoo sono a rischio, e non c’è da andare per il sottile. E così 45 brevetti costano a HTC e Viewsonic un paio di gatte da pelare negli USA (ITC e Corte Federale del Delaware), sempre la coreana e la canadese RIM dovranno fare i conti con la Corte di Dusseldorf, e tutte e tre si misureranno in aula con Nokia a Monaco di Baviera e a Mannheim.
Una scelta per così dire obbligata: Louise Pentland , capo dell’ufficio legale finlandese, dice che Nokia ha concesso in licenza le sue tecnologie a oltre 40 aziende nel mondo, e “sebbene preferiremmo evitare le cause, Nokia ha dovuto depositare queste denunce per mettere fine all’uso delle nostre tecnologie e innovazioni che non sono state oggetto di licenza”. Si tratta, stando al comunicato stampa , di brevetti relativi al doppio utilizzo della stessa antenna, alla gestione dell’energia, alla comunicazione radio multimodale, al marketplace per le app, al multitasking, la navigazione (Internet? stradale? non è specificato), alla gestione dei messaggi in forma di conversazioni, ai menù dinamici, alla cifratura dei dati e al reperimento degli attachment delle email.
Nokia ripete il solito ritornello: è roba nostra, le altre aziende dovrebbero sviluppare le loro soluzioni, non “tolleriamo” l’uso non autorizzato delle nostre tecnologie. Sembra di risentire Steve Jobs ai tempi delle prime cause contro Android alcuni dei produttori di cellulari con a bordo Android. A parziale giustificazione di Espoo, va detto che per esempio proprio contro Apple l’azienda ha ottenuto delle vittorie significative in materia di brevetti (e anche parecchi quattrini ): l’aspettativa del management deve essere dunque di replicare questi successi, costringendo i competitor a versare un obolo per l’utilizzo di sistemi operativi altrui (Android in primis) e dunque abbattendo l’attrattiva per i produttori OEM delle offerte software di Google, o meglio ancora costringere i marchi citati ad aggirare i brevetti riducendo le funzionalità e quindi l’appeal dei prodotti agli occhi dei potenziali acquirenti.
La domanda inevitabile che tutti si pongono è: Nokia sta diventando un patent troll? La risposta più plausibile è, senza dubbio, no: se così fosse, vista la litigiosità che contraddistingue i partecipanti del mercato mobile degli ultimi anni, la stessa patente andrebbe affibiata ad Apple , Microsoft , HTC Samsung , Motorola e così via. Di certo, i finlandesi dovranno dimostrare di avere anche un futuro oltre a un passato glorioso : se verrà certificato da un tribunale, o sancito di fatto da accordi extra-giudiziali, che la tecnologia Nokia ha giocato un ruolo fondamentale nel consentire lo sviluppo dell’era smartphone, questo dirà poco o nulla della capacità di Nokia stessa di competere ed essere rilevante in questa e nelle prossime generazioni di telefonini intelligenti. Nel frattempo la concorrenza non è rimasta a guardare .
Luca Annunziata