La gara ad accaparrarsi i 6.000 brevetti hi-tech messi in palio dopo il fallimento di Nortel si sarebbe dovuta concludere con l’assegnazione a Google dietro il pagamento di 900 milioni di dollari , ma a quanto pare più che di conclusione anticipata si tratterà di una gara al fotofinish destinata a veder crescere in maniera sensibile il prezzo finale.
Tutti sono interessati al “tesoro” di proprietà intellettuale dell’ex-colosso delle telecomunicazioni, un portafoglio che comprende ogni genere di ritrovato tecnologico, non ultimi gli standard di comunicazione wireless (3G, 4G, LTE). Recentemente si è venuti a conoscenza del fatto che anche Apple vuole far propri i brevetti, previa autorizzazione della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia (DoJ) americano che ha messo sotto stretta osservazione questo “interesse particolare” di Cupertino.
Ora quell’autorizzazione è arrivata e il DoJ ha dato via libera alla Mela per la partecipazione all’asta . Assieme a Apple ci saranno poi anche Intel e Rockstar Bidco LP, stando a quanto comunica la Federal Trade Commission (FTC) – impegnata assieme al DoJ nella revisione delle offerte di acquisto in chiave antimonopolistica – via posta elettronica.
La lista delle società ammesse all’asta per i brevetti Nortel è insomma più ricca che mai, comprendendo oramai Google, Apple, RIM, Intel, e molti altri. Un altro importante partecipante alla partita dovrebbe essere RPX Corp. , organizzazione che ha come missione la “mitigazione del rischio” derivante da eventuali cause legali a mezzo brevetti con clienti società del calibro di Sony, Microsoft, Nokia, Panasonic, Acer, Dell, HP e IBM.
Alfonso Maruccia