San Diego (USA) – Sono 150 le aziende a cui Patriot Scientific ha notificato la violazione di un suo brevetto relativo “ai microprocessori ad elevate prestazioni dotati di clock di sistema a velocità variabile”.
La società, che nel recente passato ha trascinato in tribunale colossi del calibro di Sony, Fujitsu, Toshiba, NEC e Matsushita, sostiene che la propria tecnologia si trovi alla base di tutti i microprocessori con frequenza di clock superiore ai 110-120 MHz. Come si può capire, il bacino di mercato a cui Patriot punta è vastissimo, e tocca produttori come Intel, AMD, IBM, Motorola e molti altri.
Per sventare la possibilità che la piccola società di San Diego indebolisca le fondamenta su cui poggia uno dei mercati più importanti del mondo, quello, per l’appunto, dei processori per computer, lo scorso febbraio Intel ha deciso di prevenire le mosse di Patriot e
fargli causa : l’obiettivo del gigante dei chip, che intende dimostrare come le proprie CPU non infrangano i brevetti di Patriot, è quello di risolvere al più presto una questione che, alla lunga, potrebbe ripercuotersi sul valore delle proprie azioni.
Il caso di Patriot sembra simile a quello di Intergraph (si veda qui ), ma di portata ancora più ampia: se la piccola società di San Diego dovesse battere in tribunale i colossi contro cui sta combattendo, le somme riscosse a titolo di risarcimento danni e royalty potrebbero infatti essere quantificate in miliardi di dollari. Un portavoce di Patriot ha addirittura parlato di una cifra teorica di 150 miliardi di dollari.
Non sembra un caso che proprio di recente Patriot abbia ceduto i propri prodotti per la comunicazione e abbia focalizzato il proprio business sulla vendita di licenze. L’azienda ha già preventivato l’utilizzo di una cospicua fetta dei suoi guadagni per finanziare la campagna legale contro i colossi dei chip.
Patriot ha depositato il proprio brevetto nel giugno del 1995, ottenendo la registrazione nel settembre del 1998. L’azienda, che progetta processori embedded per la comunicazione e gli apparati medici, non ha mai superato i 32 dipendenti: oggi ne conta 8.