Con un comunicato stampa pubblicato sul suo sito, Qualcomm annuncia di aver intrapreso le vie legali contro Meizu , noto produttore di smarthpone cinese dopo precedenti richiami per violazione di brevetti .
“Le tecnologie di Qualcomm sono al centro di tutti i dispositivi mobili. Meizu ha scelto di utilizzare queste tecnologie senza una licenza, che non è solo illegale, ma è scorretto nei confronti di altri licenziatari che agiscono in buona fede e nel rispetto dei diritti di brevetto, e in ultima analisi dannoso per l’ecosistema mobile e per i consumatori” si legge nella nota di Don Rosenberg, vice presidente esecutivo e consigliere generale di Qualcomm Inc.
Non si tratta di una guerra USA contro Cina. Qualcomm è stata molto chiara nel difendere gli interessi commerciali nel paese asiatico: “I fornitori di smartphone cinesi stanno avendo successo sia a livello nazionale che a livello globale, e siamo lieti di contribuire a guidare la crescita. Qualcomm auspica di continuare ad aumentare il suo livello di impegno e gli investimenti in Cina in entrambi gli ecosistemi del wireless e dei semiconduttori”.
Al centro della diatriba vi sono dei brevetti alla base degli standard 3G e 4G , ancora non specificati. Il caso sarà quindi vagliato dal Tribunale della proprietà intellettuale di Pechino che dovrà valutare se il piano di rettifiche di Qualcomm sta procedendo correttamente e se quindi le richieste formulate a Meizu e ignorate sono effettivamente legittime.
Nel 2015 infatti l’azienda statunitense era stata multata per 975 milioni di dollari proprio dall’Antitrust per richieste di brevetto che avrebbero danneggiato le aziende più piccole del mercato cinese (le royalty sarebbero state fuori mercato). Prima di rivolgersi alle autorità, Qualcomm aveva proposto a Meizu, come a più di altre 100 aziende cinesi, una negoziazione rispondente a quanto stabilito dalle autorità cionesi, che prevedeva di compensare Qualcomm per l’uso delle tecnologie di sua proprietà. Tutte hanno accettato, Meizu invece ha rifiutato l’accordo. Da qui la volontà di procedere con un contenzioso , che dunque sarebbe stato evitabile.
Non è la prima volta che l’azienda – 20 milioni di telefoni venduti lo scorso anno (e le stime per il 2016 sono di 25 milioni di unità) – è chiamata a rispondere di violazione di brevetti in un’aula di tribunale. Era già accaduto nel 2007 con Apple. Per l’azienda californiana il design dell’ M8 , il primo smartphone di Meizu, era troppo simile a quello dell’iPhone 3G. E prima di allora anche alcuni suoi lettori Mp3 erano stati ritenuti copie degli iPod.
Mirko Zago