La lunga guerra tra Rambus e NVIDIA, condotta a colpi di carte bollate inerenti la presunta infrazione da parte di quest’ultima dei brevetti sulle memorie della prima, si arricchisce di un nuovo episodio questa volta a favore di Rambus . Un giudice della United States International Trade Commission ha stabilito che su 5 brevetti contestati da Rambus, NVIDIA risulterebbe colpevole di infrazione in tre casi.
Il caso era stato avviato da Rambus nel luglio del 2008, e il parere espresso dall’ITC rappresenta il primo risultato positivo dopo la batosta ricevuta dal Patent and Trademark Office che, diversamente dell’ITC, non si limita alle investigazioni e ai consigli alla politica ma impone anche decisioni dalla valenza giudiziaria a lungo termine.
Nel novembre scorso l’USPTO aveva respinto alcune pretese di infrazione avanzate da Rambus e si era detta pronta a bocciare quelle rimanenti : non stupisce dunque che il consigliere legale di NVIDIA David Shannon si appelli al suddetto USPTO per diradare, una volta per tutte, uno dei tanti polveroni alzati da Rambus nel settore dei brevetti.
Denunciando la presunta infrazione di brevetto all’ITC, Rambus aveva chiesto un’ingiunzione contro l’importazione e la vendita di tutti i prodotti contenenti i controller di memoria sviluppati NVIDIA, una richiesta che se accolta in pieno comporterebbe la completa paralisi delle attività commerciali della produttrice californiana.
Se NVIDIA si appella al giudizio finale (e presumibilmente positivo) dell’USPTO, Rambus dice di voler continuare a “proteggere vigorosamente” la sua proprietà intellettuale contro NVIDIA e chiunque altro le incroci la strada. Nel caso in oggetto, certamente consapevole del fatto che spetterà all’ufficio brevetti stabilire una volta per tutte chi ha ragione e chi no, Rambus ha però confermato di essere interessata a “discussioni produttive su un accordo” extragiudiziale con il competitor .
Alfonso Maruccia