Come aveva preannunciato , il tempo di organizzare la controffensiva e Samsung ha contro-denunciato Huawei per violazione brevettuale, presentando la propria istanza dopo che quest’ultima l’aveva trascinata davanti ad un tribunale statunitense e ad uno cinese.
Il nuovo fronte di guerra è stato aperto a maggio da Huawei: in entrambe le due distinte cause contesta a Samsung la violazione di brevetti sulle reti mobile di quarta generazione. Si tratta di una questione certamente complicata, dal momento che verrà affrontata davanti a due diversi tribunali e che riguarda brevetti legati a standard tecnologici ed in quanto tali che devono essere concessi a condizioni FRAND ( fair, reasonable, and non-discriminatory )
La mossa cinese sembrava pertanto evidentemente mirata ad ottenere un accordo di licenza . Per giunta nel comunicato che annunciava l’azione chiedeva alla rivale di rivolgersi ai suoi uffici di Pechino per “ottenere le licenze necessarie”.
Samsung risponde ora facendo intendere che ciò non è stato possibile: “Nonostante il nostro impegno a risolvere la questione amichevolmente, è purtroppo diventato necessario agire legalmente per difendere la nostra proprietà intellettuale”, ha detto nel suo comunicato l’azienda di Seoul.
Così la coreana ha deciso di mettere sul piatto sei suoi brevetti (per il momento non individuati nel dettaglio) e si è rivolta alla giustizia cinese contestando anche a Huawei il deposito di “brevetti irrazionali” e chiedendo in totale danni per 12 milioni di dollari (80,5 milioni di yuan).
Claudio Tamburrino