Roma – Con grande attenzione viene seguita in queste ore la conferma che, a dispetto di quanto previsto, il Consiglio della UE non procederà subito alla revisione della proposta di direttiva sui brevetti del software o, meglio, sulle invenzioni “computer-implemented”.
La notizia del rinvio arriva dal Belgio, dove il ministro della giustizia Marc Verwilghen in un intervento al parlamento ha confermato che il Consiglio non deciderà sulle modifiche prima di alcuni mesi .
L’intervento di Verwilghen, che ha ventilato la primavera del 2005 come possibile periodo in cui una decisione verrà presa, per la prima volta prende atto formalmente della spaccatura che si è creata in seno al Consiglio sulla contestatissima direttiva . Come si ricorderà, nelle scorse settimane il governo polacco si è opposto in modo deciso all’avanzare della direttiva così come è formulata dando nuovo spazio alle perplessità avanzate da altri paesi, tra cui anche l’Italia.
La proposta, col passare dei mesi, ha prodotto una massiccia campagna per il No in tutta Europa e in Italia , una mobilitazione guidata in primis della Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII) che ha raccolto attorno ad una petizione contraria centinaia di migliaia di firme, oltre all’appoggio di molte imprese ed esperti di tecnologia e di mercato .
Sviluppatori indipendenti e piccole imprese temono che l’approvazione di una direttiva di questo tipo costituisca l’importazione in Europa dei brevetti sul software all’americana , una eventualità che metterebbe nelle mani delle grandi corporation un portfolio impressionante di proprietà intellettuali su ogni aspetto del software . Il risultato, dicono i contestatori, sarebbe un mercato interamente dominato dai grandi e si assisterebbe ad un rallentamento della ricerca e dello sviluppo dunque, in definitiva, dell’innovazione.
La massiccia mobilitazione, che ha compreso anche manifestazioni pubbliche a Bruxelles , ha consentito di informare sulla questione brevetti i molti parlamentari poco avezzi a ragionare sul software. Una spinta propulsiva che si è fatta sentire moltissimo. Nel corso dei mesi, infatti, il parlamento olandese è arrivato a chiedere al Governo di contrastare una direttiva che L’Aia ha fin qui formalmente appoggiato. Allo stesso modo i partiti politici tedeschi hanno contestato il voto favorevole in passato offerto da Berlino alla direttiva. Come già noto l’Italia ha oggi una posizione critica rispetto alla direttiva.
Sebbene siano decisamente soddisfatti dalla maretta provocata e dai problemi che sta incontrando l’approvazione della Direttiva, quelli della FFII avvertono che si tratta, comunque, di un rinvio “natalizio” dovuto, almeno in parte, alla laboriosità della traduzione nelle tante lingue della direttiva sulle invenzioni realizzate tramite computer. Secondo FFII una decisione del Consiglio è da attendersi per marzo.