L’ International Trade Commission (ITC) ha dato ragione a Apple e concesso il blocco delle importazioni di dispositivi HTC Android-based .
In un primo caso che vedeva contrapposte le due aziende, l’ITC aveva già dato ragione ad Apple e giudicato i suoi prodotti non in infrazione dei brevetti contestategli da HTC e per cui era stata in precedenza condannata quando ancora essi appartenevano a S3 Graphics.
Ora, ITC ha dato nuovamente ragione a Cupertino (stavolta nella parte dell’accusa) che contestava alla taiwanese di impiegare in prodotti Android il suo brevetto 5,946,647 : ottenuto nel 1999, copre una funzione tramite cui un dispositivo accede ai dati e li mostra agli utenti e che sarebbe in generale adottata dal sistema operativo di Google.
HTC e Apple attendevano la decisione dell’ITC, che era stata rinviata al 19 dicembre: per l’entrata in vigore della sentenza di bando occorrerà tuttavia ancora attendere fino al 19 aprile 2012 , lasso di tempo che dovrebbe permettere a HTC di adeguarsi.
La decisione, inoltre, non riguarda tutti i dispositivi già importati negli Stati Uniti, né quelli che non impiegano tale tecnologia: tuttavia la sentenza è scritta in maniera talmente generica da rischiare di coinvolgere non solo Sprint Evo 4G, Verizon Droid Incredible, AT&T Aria, T-Mobile G2 e gli altri device finora chiamati in causa, ma tutti i dispositivi Android prodotti da HTC.
Forte di questa vittoria, peraltro, è logico supporre che Apple punti ad attaccare con lo stesso brevetto anche altri produttori androidi .
HTC tuttavia ha riferito di considerare la decisione “una vittoria”, dal momento che il brevetto Apple coprirebbe solo “una piccola parte dell’esperienza UI” e che comunque provvederà a rimuoverla dai suoi device “presto”.
D’altronde, ITC ha respinto una seconda accusa mossa da Apple a HTC per la violazione di altri due suoi brevetti e limitato la portata della violazione contestata a solo due rivendicazioni del brevetto ‘647 .
Apple, d’altronde, sta imparando che una serie di vittorie anti-Android non bastano a fermare la corsa del sistema operativo avversario: in Australia, nonostante le vittorie che si è finora aggiudicata contro Samsung, il sistema operativo mobile di Google ha raggiunto il primo posto e vale adesso per il 49 per cento degli smartphone comprati nel paese, contro il 36 per cento di iOS.
Claudio Tamburrino