Roma – Il labirinto dei brevetti sul software in cui devono muoversi con estrema cura gli sviluppatori, per evitare denunce e risarcimenti, è un ambiente che può non essere salutare all’innovazione e alla ricerca. Ad affermarlo, questa volta, è nientemeno che Tim Muris, vale a dire il chairman della FTC, la Commissione federale sul commercio americano. Sebbene la sua presa di posizione arrivi al pubblico con gli angoli ben smussati, solleva una certa attenzione che la critica all’attuale sistema dei brevetti giunga dalla FTC .
Muris nella sua esternazione se la prende in particolare con quei brevetti la cui legittimità è dubbia, brevetti che oggi è difficile sfidare in tribunale perché viene richiesto a chi denuncia di presentare “prove chiare e convincenti”, obiettivo assai complesso quando il brevetto è ambiguo. Conseguenza di questo è che in tribunale anche un brevetto malfatto, una volta registrato, è raramente sconfitto. “La FTC – ha dichiarato Muris – ritiene che questa situazione metta in crisi la capacità dei tribunali di far fuori i brevetti dubbi e invece spinge i giudici a determinare la loro validità sulla base di un concetto come la prevalenza delle prove”.
Un rapporto della FTC sostiene che si è creato un coacervo di brevetti che talvolta si sovrappongono l’un l’altro e che costituiscono un labirinto di diritti di proprietà intellettuale capace di mettere in non poca difficoltà gli sviluppatori di software e le aziende del settore di qualsiasi dimensione. “Con l’aumentare dei brevetti – si dichiara nel rapporto – le imprese sono spinte a brevettare il più possibile, perché così possono usare i nuovi brevetti come moneta di scambio per accedere alle tecnologie brevettate delle rivali”.
La posizione della FTC è così decisa che la Commissione ha chiesto una revisione dell’intero sistema dei brevetti sostenendo che se la maggior parte dei brevetti “funziona” ce n’è un’altra grande parte che ostacola l’innovazione e il mercato. È dunque necessario, secondo la FTC, che vengano riviste le procedure di assegnazione e di contestazione dei brevetti. In particolare, la FTC chiede che il rilascio di ogni brevetto sia associato ad una valutazione del suo impatto sul mercato .
Non è un caso che le picconate di Muris siano arrivate in uno dei momenti più caldi per i brevetti all’americana, quei brevetti che per ora l’Europa ha respinto . Siamo infatti nel mezzo della guerra sulle tecnologie base del Web , quella guerra che ha tirato dentro colossi del calibro di Microsoft contro la sparabrevetti Eolas , una guerra nella quale è dovuto intervenire con tutto il peso della sua autorevolezza anche il padre del Web, Tim Berners-Lee .
È di interesse notare come sui media americani acquisisca sempre più spessore la decisione dell’Europarlamento di rigettare, almeno per il momento, la brevettabilità del software all’americana, segno che il voto europeo potrebbe essere destinato a produrre conseguenze al di là dei confini del Vecchio Continente.