New York (USA) – Era stata seguita da pochi una piccola ma significativa causa sui brevetti hi-tech che tirava in ballo Microsoft : il colosso di Redmond era infatti accusato di aver violato le proprietà intellettuali di Research Corporation Technologies (RCT) , società specializzata in ricerca biomedica. Un giudice ha dato ora ragione a Microsoft.
Stando al magistrato distrettuale statunitense Manuel Real, alcuni brevetti RCT non possono essere rivendicati perché all’atto della richiesta dei brevetti stessi RCT avrebbe trattenuto informazioni essenziali che avrebbero influito sul processo decisionale dell’ Ufficio brevetti .
Dopo aver vinto una delle fasi processuali con cui dal 2001 si trascina questo caso, RCT si trova ora nell’impossibilità di chiedere a Microsoft i danni per avere impiegato nei procedimenti di visualizzazione e di stampa tecnologie specifiche per l’elaborazione delle immagini, le mezzetinte e la dimensione dei punti.
RCT ora può ricorrere ulteriormente contro questa sentenza, per tentare di ribaltarla, trovandosi però da subito a dover rifondere le spese legali al big di Redmond. Da segnalare che nel 1999, rivendicando i propri brevetti e dopo averla denunciata per motivi analoghi a quelli con cui si è mossa contro Microsoft, RTC ottenne l’avallo delle proprie richieste da Hewlett Packard , che decise di pagare per non avere grane giudiziarie.
Un caso, quello scatenato da RTC, che alcuni esperti ritengono emblematico della situazione di sofferenza indotta all’industria dell’alta tecnologia americana dall’attuale legislazione sui brevetti e dalle modalità con cui questi vengono rilasciati dall’Ufficio dedicato. Non sorprende quindi che sia in corso una profonda revisione del sistema che si spera riduca il numero dei contenziosi tra società del settore.