Brevetti, tutti paghino per lo streaming

Brevetti, tutti paghino per lo streaming

Prosegue la battaglia legale di Acacia Research che dopo le società del porno punta il mirino su università e società di formazione a distanza: chi usa sistemi di trasmissione web passi alla cassa
Prosegue la battaglia legale di Acacia Research che dopo le società del porno punta il mirino su università e società di formazione a distanza: chi usa sistemi di trasmissione web passi alla cassa


New York (USA) – Non si ferma la corsa legale di Acacia Research , divisione di Acacia Technologies, una società che facendo leva su un proprio singolare brevetto è già riuscita ad ottenere royalty da Virgin Radio. Royalty per il diritto ad utilizzare sistemi di streaming su web. Ora Acacia ha nel mirino le università americane.

Il suo brevetto è uno di quelli che più fa tremare gli operatori internet. Riguarda infatti la trasmissione di audio e video in formato compresso, un’attività ormai all’ordine del giorno in rete. Un brevetto che ha già saputo affermarsi in tribunale e che per Acacia sembra destinato a rivelarsi una gallina dalle uova d’oro. Sebbene sia formalmente valido nei soli Stati Uniti, poiché una larga parte del traffico internet passa su network statunitensi qualcuno teme che gli effetti delle rivendicazioni di Acacia si possano estendere ben oltre il paese a stelle e strisce.

Dopo essere riuscita a far chiudere decine di siti pornografici con i quali è in corso una battaglia legale perché Acacia vuole il 4 per cento di tutto quello che guadagnano con lo streaming, l’azienda ha iniziato ad inviare lettere di “informazione e diffida” alle università e alle società che sono impegnate nell’utilizzo dello streaming per l’apprendimento a distanza, per la trasmissione di contenuti su circuito chiuso (per esempio negli alberghi) e a grandi imprese come RealNetworks o America Online per le loro attività di streaming internet.

In ballo ci sono naturalmente milioni di dollari, oltre che un impatto importante che Acacia potrà avere su una grande quantità di imprese, anche quelle dedite allo sviluppo di nuovi strumenti per la trasmissione di contenuti web. Per il momento, infatti, Acacia ha adottato una strategia di allargamento progressivo della sua offensiva che non rende facile prevedere fin dove si spingeranno i suoi legali nel prossimo futuro.

Il caso di Acacia ancora una volta riapre negli USA il dibattito sul sistema brevettuale che, come noto, consente alle imprese di brevettare anche singole porzioni di un software nonché pratiche di programmazione ed altri strumenti che sono comunemente utilizzati. Una forte critica a questo sistema si sta levando da più parti e uno degli interventi più autorevoli ed interessanti è stato quello del chairman della FTC americana , la Commissione federale sul commercio, che ha auspicato una veloce revisione di tutto il sistema.

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Pubblicato il
12 dic 2003
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