Strasburgo – Una buona notizia nella battaglia contro la brevettazione selvaggia è arrivata nelle scorse ore dal Parlamento Europeo, il cui voto ha di fatto bloccato il tentativo di rendere reciproci i brevetti nazionali dei singoli paesi dell’Unione.
A darne notizia è ancora una volta FFII , Foundation for a Free Information Infrastructure , che spiega come, se la proposta di una direttiva comunitaria fosse passata, ogni brevetto registrato in ciascun paese avrebbe potuto essere rivendicato al di fuori dello stesso, in tutti gli altri paesi dell’Unione, una situazione che avrebbe dato adito ad una sequela infinita di procedimenti legali tra imprese e privati di tutto il Continente.
Questa vittoria, che rientra nella crociata antibrevetto che la stessa FFII sostiene insieme a nosoftwarepatents.org , viene salutata come un importante traguardo: tra i molti brevetti registrati nei singoli paesi europei ve ne sono taluni, e non sono pochi, che riguardano il software. Un tipo di brevettazione, quella sul software, che come noto è vista come fumo negli occhi dagli sviluppatori indipendenti e dalle piccole softwarehouse, che non potrebbero competere in un mercato dominato dai detentori di grandi portfolio di brevetti.
Con una mossa inusuale, FFII ha preso di mira in particolare il parlamentare tedesco cristiano-democratico Klaus-Heiner Lehne , promotore dell’iniziativa sui brevetti e tacciato di essere sostenitore di una lobby che fa capo a grandi corporation.
Florian Mueller, promotore di nosoftwarepatents.org, da parte sua ha spiegato quale pericolo sia stato sventato: con il voto di ieri, infatti, il Parlamento Europeo ha impedito che la proposta della reciprocità nei brevetti giungesse alla Commissione Europea e che questa la inserisse nell’attuale iniziativa sulla policy dei brevetti che, come noto, comprende una consultazione pubblica che si chiuderà alla fine del mese e sulla quale stanno convergendo gli sforzi di chi si oppone ai brevetti sul software.
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