Le statistiche sulle aziende più attive presso gli sportelli dell’ufficio brevettuale statunitense premiano per il 19esimo anno consecutivo International Business Machines (IBM).
I dati, raccolti dall’azienda che si occupa di servizi brevettuali IFI Claims , mostrano un dato inequivocabile sull’innovazione registrata negli Stati Uniti: se al primo posto c’è Big Blue, l’unica altra azienda a stelle e strisce è Microsoft. Per il resto la top ten vede protagonista l’Asia.
IBM ha registrato nel 2011 6.180 brevetti, artiglieria in grado di scoraggiare qualsiasi offensiva brevettuale nei suoi confronti, come dice anche Manny Schecter, consigliere brevettuale di IBM: “Tutti sanno che se cercheranno di opporci il loro portafoglio brevettuale, riceveranno in risposta una forza uguale e contraria… E sarà formidabile”. Non a caso IBM non è tra quelle aziende che per un motivo o per un altro sono al centro di svariati scontri legali con al centro i brevetti.
Questi oltre 6mila titoli brevettuali, frutto di un investimento annuale di circa 6 miliardi di dollari nella ricerca e nello sviluppo, coprono un’ampia gamma di tecnologie, dalla concessione di privilegi utente nei domini di sicurezza del commercio elettronico (brevetto numero 8.019.992) ad un metodo per sviluppare un sistema computerizzato di simulazione del cervello che, dice IBM sarebbe “in grado di imitare i sistemi cognitivi e la funzione della corteccia cerebrale” (brevetto numero 8.005.773).
“L’impegno di IBM verso l’invenzione e l’esplorazione scientifica non ha uguali in altri settori e i frutti di questa dedizione si evidenziano nei nostri quasi vent’anni di leadership brevettuale negli Stati Uniti”, spiega Kenneth King, general manager che si occupa della divisione Intellectual Property e vice presidente della divisione Research Business Development di IBM.
Samsung è al secondo posto con 4.895 brevetti, un numero che rappresenta una crescita dell’8 per cento rispetto al 2010 e soprattutto segna a suo favore il maggior numero di richieste brevettuali depositate: l’azienda sudcoreana, secondo IFI, rappresenta un esempio del fattore asiatico che minaccia gli Stati Uniti nella corsa all’innovazione. Aziende locali, infatti, occupano 8 posizioni delle prime dieci.
In ogni caso dopo IBM e Samsung le altre sono distaccate: seguono Canon, ferma a 2.822, e Panasonic a 2.560.
L’altra statunitense è Microsoft, che trova posto solo alla sesta posizione con 2.312 titoli ottenuti.
Le altre aziende sono clamorosamente distanti: per trovare Apple (679 brevetti) bisogna arrivare fino alla 39esima postazione.
Claudio Tamburrino