Brevetti Wii, pace tra Nintendo e Philips

Brevetti Wii, pace tra Nintendo e Philips

L'azienda olandese aveva accusato il colosso videoludico di aver implementato abusivamente nelle proprie console alcune tecnologie brevettate. Le due aziende potranno ora sfruttare l'una la proprietà intellettuale dell'altra
L'azienda olandese aveva accusato il colosso videoludico di aver implementato abusivamente nelle proprie console alcune tecnologie brevettate. Le due aziende potranno ora sfruttare l'una la proprietà intellettuale dell'altra

Erano anni che Philips tentava di accordarsi con Nintendo per ottenere una compensazione per l’abuso di certi brevetti impiegati nell’interfaccia e nelle periferiche con cui l’utente controlla la propria console Wii: dopo essersi confrontate in tribunale, le due aziende hanno ora stretto un patto.

I fronti del contenzioso aperti da Philips erano numerosi: dalla Francia alla Germania, dagli USA al Regno Unito, l’azienda olandese aveva denunciato il colosso videoludico per cercare di vedersi riconoscere una compensazione per dei brevetti europei e statunitensi che descrivono le tecnologie per riprodurre sullo schermo e controllare i movimenti di un corpo reale. Philips sosteneva che Nintendo avesse implementato queste tecnologie senza ottenere alcuna autorizzazione e senza alcun accordo di licenza: solo pochi mesi fa le autorità britanniche avevano riconosciuto la violazione in un primo grado di giudizio.

Nintendo, che aveva promesso di ricorrere in appello per dimostrare le proprie ragioni, ha evidentemente scelto di cedere le armi: le due aziende hanno annunciato di aver firmato un patto che porta alla cessazione di ogni ostilità, in conseguenza di un accordo di cross licensing di parte dei rispettivi portafogli brevettuali.

Nintendo sottolinea ora “la rilevanza del proprio patrimonio brevettuale e la lunga storia del proprio impegno per lo sviluppo di prodotti innovativi nel rispetto dell’altrui proprietà intellettuale”, Philips evidenzia “il valore del vasto portfolio di proprietà intellettuali e il proprio impegno per proteggere i significativi investimenti in ricerca e sviluppo”. I dettagli dell’accordo sono rimasti riservati. ( G.B. )

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Pubblicato il
5 dic 2014
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