Brevetto Android: Purdue University denuncia Google

Brevetto Android: Purdue University denuncia Google

La Purdue University ha denunciato Google per la violazione di un brevetto relativo ad una tecnologia utilizzata in Android Studio.
Brevetto Android: Purdue University denuncia Google
La Purdue University ha denunciato Google per la violazione di un brevetto relativo ad una tecnologia utilizzata in Android Studio.

La Purdue University ha presentato una denuncia contro Google per aver utilizzato in Android Studio il suo codice, coperto da brevetto, che permette di individuare errori di programmazione relativi alla gestione dell’alimentazione. L’università dell’Indiana ha quindi chiesto il pagamento delle royalty e un risarcimento danni.

Google ha violato un brevetto

La tecnologia, coperta da brevetto e sviluppata da due professori e due studenti della Purdue University, consente di individuare i cosiddetti “power bug“. Per ridurre il consumo della batteria, il sistema operativo installato sui dispositivi mobile deve stabilire quali componenti possono essere disattivati, tenendo conto delle attività in corso. Lo schermo, ad esempio, deve rimanere acceso quando l’utente guarda un video. A causa di errori di programmazione, alcune app non gestiscono correttamente queste operazioni.

La tecnologia sviluppata dall’università consente di rilevare gli errori nel codice durante la sua scrittura, riducendo i tempi di sviluppo e il rischio di distribuire app con “power bug”. Il brevetto è stato approvato nel mese di agosto 2019. La tecnologia è stata aggiunta da Google ad Android Lint, un tool di analisi del codice che può essere distribuito separatamente o insieme ad Android Studio.

L’uso non autorizzato del codice dura dal 2012, quando uno degli inventori ha illustrato il funzionamento della tecnologia durante una conferenza. L’università ha contattato Google per segnalare la violazione del brevetto e chiedere la rimozione del codice da Android Studio, ma senza successo. Pertanto ha dovuto presentare una denuncia per ottenere il pagamento delle royalty e un risarcimento danni, oltre al rimborso delle spese processuali e delle parcelle degli avvocati.

Fonte: Engadget
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Pubblicato il
3 feb 2022
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