I cittadini dovranno scegliere un altro produttore per il cambio degli pneumatici. Bridgestone ha infatti comunicato la chiusura dell’impianto in Russia, il congelamento degli investimenti e il blocco delle esportazioni a partire dal 18 marzo. La sede statunitense della multinazionale giapponese ha invece confermato di aver subito un attacco ransomware dal noto gruppo LockBit, ma non ci sono correlazioni tra i due eventi.
Bridgestone chiude le attività in Russia
L’azienda spiega nel comunicato di essere profondamente colpita e preoccupata dalla situazione in Ucraina. Dato che la priorità è garantire la sicurezza di dipendenti e familiari, Bridgestone ha deciso di sospendere la produzione locale di pneumatici e i nuovi investimenti in Russia a partire dal 18 marzo. Da oggi vengono inoltre interrotte le esportazioni verso la Russia.
La multinazionale giapponese ottiene circa il 2% delle entrate totali dalle vendite in Russia, quindi l’impatto sui conti sarà minimo. Bridgestone ha donato 2,5 milioni di euro all’UNHCR, oltre a 190 milioni di yen e 0,25 milioni di dollari alla Croce Rossa internazionale.
La filiale statunitense Bridgestone Americas ha invece comunicato che è stata avviata un’indagine sull’attacco informatico subito il 27 febbraio. Per precauzione sono stati disconnessi molti impianti dalla rete interna. Il gruppo LockBit ha rivendicato l’attacco ransomware, minacciando di pubblicare i dati, se non verrà pagato il riscatto.
Bridgestone Americas ha subito contattato le autorità statunitensi e chiesto aiuto ad Accenture Security. Non ci sono tuttavia dettagli su numero e tipo di dati che i cybercriminali minacciano di pubblicare online. Maggiori informazioni potrebbero essere fornite nel corso dei prossimi giorni.