I telefoni dei cittadini italiani potrebbero presto tornare a squillare insistentemente, tormentati da proposte commerciali: dipenderà da come il Parlamento accoglierà la conversione in legge del cosiddetto decreto milleproroghe. È infatti nel testo del disegno di legge di conversione che si insinua un emendamento che potrebbe garantire la strada spianata al telemarketing, almeno fino alla fine del 2009.
L’ emendamento , proposto dai senatori Fleres (PdL), Alicata (PdL) e Legnini (PD), e approvato in commissione Affari costituzionali del Senato, potrebbe sdoganare pratiche contro cui il Garante della Privacy combatte da tempo . “I dati personali presenti nelle banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici formati prima del 1º agosto 2005 – così recita il testo dell’emendamento – sono lecitamente utilizzabili per fini promozionali sino al 31 dicembre 2009”.
Poco importa che i numeri telefonici raccolti prima dell’agosto 2005 siano stati raccolti e trattati senza aver informato i cittadini , poco importa che i cittadini non abbiano garantito il proprio consenso al trattamento dei dati: se l’emendamento dovesse passare l’esame del legislatore, i contatti dei cittadini rastrellati prima dell’agosto 2005 sfuggiranno alle disposizioni previste dagli articoli 13 e 23 del codice della privacy .
L’unica condizione imposta dall’emendamento è la data dell’aggregazione delle informazioni, oltre a quella della composizione degli elenchi telefonici a cui queste informazioni sono state attinte: gli operatori del telemarketing potranno consultare e mettere a frutto solo le banche dati che loro stessi abbiano costituito prima del primo di agosto del 2005.
Poco importa, altresì, che il Garante per la protezione dei dati personali abbia più volte tentato di porre fine a comportamenti lesivi della privacy del cittadino mediati dallo spam telefonico. Il Garante, nel settembre e nel dicembre scorsi, ha vietato di proseguire nel trattamento dei dati a una manciata di società specializzate nella creazione e nella vendita di banche dati e a loro clienti, nello specifico aziende impegnate nel business del telemarketing. Nel mirino dell’autorità, anche i dati racimolati attingendo agli elenchi telefonici pubblicati prima dell’agosto 2005: prima di quella data non era previsto che il cittadino si esprimesse accordando o negando il consenso riguardo al trattamento dei dati relativi alla propria utenza telefonica: l’utilizzo di questi dati a fini di telemarketing è considerato illecito, ammesso che il titolare del trattamento non abbia provveduto a ottenere il consenso informato da parte dei cittadini inclusi nel database.
Il garante aveva minacciato sanzioni penali nei confronti di coloro che non ottemperassero, ponendo fine allo sfruttamento dei dati: la conversione in legge del decreto milleproroghe, commenta l’avvocato Guido Scorza, potrebbe scavalcare le disposizioni dell’Authority e regolarizzare la posizione di coloro che abbiano raccolto e organizzato i dati prima dell’agosto 2005, pur senza informare il cittadino e chiedere il consenso al trattamento. Potrebbe rendere legale fino a dicembre 2009 ciò che sarà illegale fino all’entrata in vigore della legge. Mentre le telefonate indesiderate, segnalano i consumatori, già iniziano ad infittirsi.
Gaia Bottà