Brillanti o lenti secondo browser

Brillanti o lenti secondo browser

Una ricerca canadese mette in relazione quoziente intellettivo e uso del browser web. Coloro che utilizzano IE si sono rivelati i meno dotati mentre i più svegli usano Opera. Qualche dubbio circa la metodologia adottata
Una ricerca canadese mette in relazione quoziente intellettivo e uso del browser web. Coloro che utilizzano IE si sono rivelati i meno dotati mentre i più svegli usano Opera. Qualche dubbio circa la metodologia adottata

“Quoziente intellettivo e utilizzo del browser. Misurare gli effetti dell’abilità cognitiva sulla scelta del browser web”, questo il titolo di una studio condotto dalla società canadese di ricerca AptiQuant Psychometric Consulting.

Nelle prime pagine del lavoro si legge che “sebbene i risultati osservati nei test cognitivi relativi alla resistenza al cambiamento e all’aggiornamento del software può essere distorta da una molteplicità di fattori, essi hanno suggerito che gli individui che si trovano nella parte più bassa della scala IQ tendono a persistere con l’utilizzo di versioni superate dei browser più vecchi”. Il gruppo di ricerca ha ipotizzato che la scelta del browser sia relativa all’abilità cognitiva e individuale e, per questo motivo, i punteggi cognitivi vengono collegati alla sapienza tecnologica.

I risultati fanno sorridere gli utenti di Opera, Camino, Internet Explorer con Chrome frame e Safari, utilizzati dai netizen intellettivamente più dotati.

Il software di navigazione risultato peggiore è Internet Explorer 6, relegato in ultima posizione. Il report ha considerato i browser usati da almeno 500 soggetti mentre i punteggi coinvolgono 101.326 individui.

I ricercatori hanno condotto due tipologie di analisi: la prima ha diviso i soggetti in gruppi diversi in base al browser utilizzato e poi si è calcolato il quoziente di intelligenza per ogni gruppo. La seconda indagine, invece, è stata condotta per rilevare come la scelta del browser cambi in relazione allo spettro della scala del quoziente.

Nonostante la presenza di rilevazioni statistiche, leggendo il report della ricerca si può notare come le conclusioni siano state dettate dall’ipotesi di partenza piuttosto che dall’adozione di metodologie e dati accurati. Inoltre, per quanto concerne il focus di riferimento, c’è da dire che le informazioni in merito sono piuttosto esigue: non si conosce la fascia d’età degli intervistati né l’occupazione, o l’uso del browser domestico o lavorativo, variabili che potrebbero ricoprire un peso significativo nella validazione delle conclusioni tratte.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
29 lug 2011
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