Britannica contro Wikipedia : continua lo scontro dei pesi massimi del sapere nell’era della conoscenza e dell’informazione di massa. Relegata a protagonista di secondo piano nel nuovo mondo del web accessibile e gratuito per tutti, messa in ridicolo da certe voci-sfottò pubblicate sull’enciclopedia collaborativa, l’opera in circolazione da quasi 250 anni lotta per recuperare il passo sulla concorrente, aprendo i rubinetti del proprio sapere a una intera nuova audience di utenti , nella fattispecie professionisti e prosumer della scrittura e del web publishing.
Accedere gratuitamente ai 32 volumi dell’opera enciclopedica a pagamento più autorevole del mondo, con i suoi 65mila articoli e i 44 milioni di parole, risparmiando i 1.400 dollari per l’acquisto della versione cartacea o i 70 dollari per l’accesso annuale online: un’opportunità che non interesserà tutti, ma solo i web publisher che pubblicano con regolarità contenuti in rete .
Blogger, web master, editor di contenuti, queste sono le categorie a cui si rivolge la nuova offerta della Britannica. Agli esponenti delle suddette categorie l’editore della prestigiosa enciclopedia offre sia una sottoscrizione gratuita annuale all’intera gamma di contenuti dell’opera che la possibilità di arricchire il proprio sito web con l’aggiunta di widget tematici su argomenti specifici.
I widget funzionano da porta di accesso immediato ai contenuti per i visitatori del sito , che avranno la possibilità di visionare il solo articolo pubblicato nell’add-on direttamente sul sito della Britannica, e questo nonostante la sua fruizione necessiti normalmente di una sottoscrizione a pagamento.
L’enciclopedia continua insomma a essere una risorsa consultabile dietro compenso monetario, ma la necessità di rincorrere il modello di redazione democratica caratteristico di Wikipedia – e in ultima istanza quella di non soccombere definitivamente alla sua concorrenza – impone adattamenti sostanziali ai nuovi trend della conoscenza telematica di massa .
Anche con le nuove aperture al web, ad ogni modo, il problema principale della Britannica è il fatto che i suoi contenuti rimangono prevalentemente chiusi dietro le sottoscrizioni obbligatorie , i suoi articoli non sono indicizzati dai motori di ricerca – al contrario di Wikipedia, costantemente alle prime posizioni su Google qualsiasi sia l’argomento – e quindi continuano a “non esistere”, come sottolinea TechCrunch .
L’enciclopedia inglese sarà insomma anche più autorevole della wiki grazie al fatto di poter contare sul contributo monetizzato di esperti nei rispettivi campi del sapere: ma pur con tutti i suoi errori di gioventù in questi pochi anni Wikipedia è riuscita a far vacillare la solidità economica di uno degli istituti della conoscenza più solidi degli ultimi 300 anni.
Alfonso Maruccia