British Telecom è ottimista. Il programma di “upgrade” dell’infrastruttura telematica viaggia in anticipo sulla tabella di marcia e il carrier spera di completare i lavori un anno prima del previsto , giusto in tempo per le celebrazioni dei Giochi Olimpici di Londra nel 2012.
BT ha deciso di investire 1,5 miliardi di sterline, circa 1,7 miliardi di euro, nell’installazione di una nuova rete a banda larga basata su fibra ottica composta da 3,5 milioni di connessioni fiber-to-the-premises (FTTP – allaccio diretto del network alle abitazioni e agli uffici) e più 7 milioni e mezzo di connessioni di tipo “fiber-to-the-cabinet” (che arrivano cioè all’armadio telefonico più vicino all’utenza).
In totale, il piano di BT include 10 milioni di connessioni aggiornate alle velocità di almeno 40 Megabit al secondo in downstream , che in totale corrispondono a circa il 40 per cento dell’intera rete gestita dal provider. L’espansione annunciata del numero di connessioni FTTP non farà “saltare” i tappi del budget già previsto, assicura il boss di BT Ian Livingston, nondimeno la politica dovrebbe interrogarsi sulla necessità di metterci del suo per estendere ulteriormente la cablatura della Gran Bretagna come anche il discusso rapporto Digital Britain esorta a fare.
“Abbiamo bisogno che i nostri politici decidano quanto è prioritaria la broad band in fibra” ha detto Livingston, specificando che “BT è attualmente l’unica società che pianifica di investire grosse somme in quest’area, ma non possiamo andare oltre un certo punto solo con i soldi dei nostri azionisti”.
Tra le misure ipotizzate dal rapporto Digital Britain c’è quella di una tassa obbligatoria che gravi su tutte le utenze telefoniche, tesa appunto a finanziare il piano di ammodernamento del network nazionale. Il partito conservatore inglese, favorito alle prossime elezioni del 2010, ha già fatto presente la volontà di eliminare qualsiasi tipo di tassazione “ad hoc” .
Alfonso Maruccia