L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha annunciato che Telecom Italia aumenterà la velocità della sua rete mobile fino a 21 megabit al secondo entro l’anno e raddoppierà entro il 2011 . La telco ha, inoltre, colto l’occasione per presentare un passo importante per la rete in fibra da 100 Mpbs. Insomma, l’ avvertimento lanciato a luglio da Corrado Calabrò, presidente dell’Authority, sembra aver avuto le prime risposte.
L’ incontro Agcom-Telecom è stato infatti l’occasione che ha permesso all’AD Franco Bernabé di chiedere ufficialmente l’autorizzazione a procedere a Calabrò per quanto riguarda la rete in fibra ottica . Le sei città inizialmente interessate al servizio saranno Roma, Milano, Catania, Bari, Venezia e Torino, per un totale di circa 520mila abitazioni. Il tutto dovrebbe partire entro Natale.
Successivamente saranno interessate Bologna, Genova, Napoli, Firenze, Palermo, Padova e Verona. E così via fino a raggiungere quota 30 centri urbani entro il 2013.
Queste prime 13, peraltro, hanno già portato sfortuna al tavolo NGN , fallito anche per la definizione di queste, più Messina e Trieste, come possibili “aree nere” (in cui tutti sono interessati ad operare e quindi non c’è bisogno di collaborazione pubblica per le infrastrutture) nel rapporto Vatalaro che ha fatto saltare la collaborazione con gli OLO ( Other Licensed Operator ).
Questa via teoricamente imboccata da Telecom per la fibra dovrebbe rappresentare un piano “coerente con l’accordo tecnico tra gli operatori raggiunto la scorsa settimana al tavolo Romani” e “dimostra che il grande progetto della banda ultra larga è partito”, ha dichiarato Bernabé concludendo con una nota polemica con riferimento a Fastweb : “Telecom oggi nonostante gli investimenti non può avviare la commercializzazione mentre gli altri operatori, che non hanno i nostri stessi vincoli, sono già partiti”.
Annunci del genere, per la verità, Telecom li ha già fatti nel 2002 (dandosi come scadenza il 2005) e poi ancora nel 2006 e nel 2007 . Tuttavia questa volta è lo stesso Calabrò a riferire che ci si trova davanti a fatti concreti e non solo a vuote parole.
Claudio Tamburrino