Manus è una piattaforma di “agenti” AI diventata virale in Cina. Sviluppata dalla startup Butterfly Effect, ha avuto un impatto dirompente sul web. Ma non solo: ha acceso i riflettori anche su Browser Use, uno degli strumenti che utilizza per eseguire varie attività, come navigare nei menu dei siti e compilare moduli.
Il boom inaspettato di Browser Use
Zunic e Müller hanno fondato la loro azienda l’anno scorso, mentre partecipavano all’acceleratore della Student Project House dell’ETH di Zurigo. Convinti che gli agenti web autonomi sarebbero stati il “grande evento” del 2025, hanno deciso di buttarsi nella mischia. In 4 giorni hanno messo insieme una versione base ma funzionante del loro progetto, l’hanno lanciato e… boom! Numero uno su Hacker News.
L’obiettivo di Browser Use è semplice: fornire una base solida e accessibile per chiunque voglia sviluppare agenti AI in grado di navigare autonomamente sul web. In pratica, la libreria open source in Python semplifica l’interazione tra i modelli AI e i siti web, consentendo di identificare ed estrarre elementi chiave come pulsanti, widget, campi di testo e altri componenti dell’interfaccia utente.
In questo modo, gli agenti AI riescono a navigare attraverso i siti web proprio come faremmo noi, cliccando pulsanti, compilando moduli e seguendo percorsi che cambiano in tempo reale.
Il tempismo perfetto di Browser Use
E se Zunic e Müller sembrano troppo ottimisti quando prevedono che entro fine anno ci saranno più agenti che umani sul web, gli analisti sembrano dar loro ragione. Secondo Research and Markets, il settore raggiungerà i 42 miliardi di dollari nel 2029. Deloitte stima che entro il 2027 metà delle aziende che usano l’AI impiegheranno agenti AI.
Al di là dell’effetto Manus, sembra che la startup si trovi nel posto giusto al momento giusto, pronta a cavalcare l’onda di un mercato in piena esplosione.