Quasi due decenni prima di Chrome e con qualche anno di anticipo rispetto alla nascita del W3C che avrebbe poi definito le linee guida per gettare le fondamenta del mondo online moderno, al CERN prendeva forma quello che può essere definito come il primo browser moderno. Sviluppato da Tim Berners-Lee in Objective-C su una macchina NeXT (della società fondata da Steve Jobs), nel 1990 prende vita il progetto WorldWideWeb, ribattezzato in seguito Nexus per non generare confusione con l’acronimo che da lì ai giorni nostri avrebbe poi caratterizzato la rete globale.
WorldWideWeb, il Browser
Oggi l’istituto di Ginevra propone una versione rivisitata del Browser (la maiuscola non è casuale), da eseguire ironicamente all’interno di un qualsiasi altro software odierno per la navigazione. Un tuffo nel passato, agli albori dell’era WWW, quando per aprire un collegamento ipertestuale era necessario un doppio click e i layout erano tutt’altro che responsive. L’interfaccia è in scala di grigi (a quattro colori) e i CSS non erano ancora stati presi in considerazione come strumento di formattazione, nonostante la presenza del menu “Style” in cui definire tipo di font e corpo del carattere utilizzato.
Per tornare indietro di quasi trent’anni è sufficiente seguire gli step elencati qui sotto.
- Aprire il browser WorldWideWeb;
- selezionare la voce “Document” dal menu laterale;
- selezionare “Open from full document reference”;
- digitare l’URL nel campo “Reference”;
- fare click su “Open”.
Ci abbiamo provato con la homepage di Punto Informatico, di seguito il risultato.
Il CERN celebra in questi giorni il trentesimo anniversario dell’iniziativa, nonostante lo sviluppo del browser sia stato concretamente portato a compimento nel 1990. Questo perché ai primi mesi del 1989 dev’essere fatta risalire la pubblicazione del documento “Information Management: A Proposal” firmato da Tim Berners-Lee e dal collega Robert Cailliau in cui si immaginava uno strumento per la comunicazione client-server basato sull’impiego dei link.
Da allora è passato parecchio tempo. Molto è cambiato da quella prima interfaccia basata su una palette alquanto scarna (#000, #555, #AAA, #FFF) ai layout di oggi. Qui sopra un’immagine che raffigura quello che possiamo definire “l’albero genealogico dei browser” che si estende dalla creatura del CERN del 1990 fino agli attuali Chrome, Edge, Firefox e Safari, passando per progetti accantonati nel corso degli anni come Netscape o Internet Explorer, nonostante quest’ultimo ancora continui a essere presente sui PC di numerosi utenti, sopravvivendo al volere e alle aspettative della stessa Microsoft.