Roma – Basta con gli ostacoli normativi che impediscono il pieno sviluppo delle tecnologie di Digital Rights Management , per gli amici DRM, i meccanismi che permettono di esercitare un controllo specifico e approfondito sui contenuti.
A chiedere un impegno concreto ai leader europei riuniti in occasione del convegno Copyright and Creativity Conference è stata BSA – Business Software Alliance , l’associazione dei produttori di software proprietario.
BSA non si è limitata a spingere affinché sia offerta a chi produce contenuti la possibilità di mettere loro un lucchetto ma ha anche predisposto una serie di “linee guida”, di raccomandazioni, per suggerire alla Commissione Europea i passi da compiere per sviluppare i nuovi servizi online all’interno della UE.
Secondo BSA “le tecnologie DRM permettono agli autori di gestire e distribuire le proprie opere attraverso Internet proponendo condizioni interessanti attraverso una licenza”.
Com’è ovvio, BSA lega il mancato sviluppo a tutto campo del DRM alle difficoltà che il nuovo mercato digitale incontrerebbe nell’affermarsi presso il pubblico, una situazione che viene però raccontata come un problema dei consumatori, impossibilitati a cogliere una opportunità. “I compensi legati al diritto d’autore che gravano su dispositivi e supporti digitali e la mancanza di un sistema di licenze omogeneo nell’intera Unione – spiega infatti l’associazione in una nota – sono considerati gli ostacoli principali che impediscono a molti consumatori europei di trarre vantaggio dagli innovativi servizi online oggi disponibili”.
E, parlando del nuovo mercato musicale via Internet innestato dalla nascita dei jukebox legali a pagamento, Francisco Mingorance, direttore Policy di BSA Europa, ha dichiarato che “la scorsa settimana, consumatori e artisti tedeschi, francesi e britannici hanno salutato con grande entusiasmo la nascita del servizio musicale Apple iTunes. Eppure, insieme con altre iniziative già lanciate in precedenza in Europa come OD2 e il nuovo servizio Napster, i provider online continuano a dover competere con la pirateria su vasta scala”.
Soluzione a questi “ostacoli”, ha spiegato Mingorance, sta nel sostegno governativo all’adozione del DRM e di altre iniziative come la Direttiva europea sulla proprietà intellettuale. BSA stima che nei 25 paesi dell’Unione la quantità di materiale pirata circolante sia mediamente pari al 41 per cento del totale.
“Con la crescente disponibilità e utilizzo dei sistemi DRM e la coincidente proliferazione di compensi legati al diritto d’autore – ha affermato Mingorance – stiamo tuttavia assistendo a una situazione assurda nella quale i consumatori acquistano contenuti digitali, pagano secondo l’utilizzo, e quindi sono costretti a un ulteriore esborso per i dispositivi e i supporti utilizzati per accedere a tali contenuti. I policymaker devono comprendere le problematiche coinvolte per poter intraprendere i passi necessari, e speriamo che la manifestazione di oggi e il lancio del sito Web contribuiscano a informarli”.
Il sito a cui si riferisce è www.europe4drm.com ed è stato voluto non solo da BSA, da sempre critica dei balzelli sui supporti , ma anche da EICTA , ossia l’associazione dell’industria europea dell’ICT e dell’elettronica di consumo.
Alla Conference è intervenuta anche EICTA che, per bocca del suo direttore generale Mark MacGann, ha sostenuto lo sviluppo del DRM che risponderebbe ad “un imperativo di natura sia politica che commerciale: garantire l’accesso online legale a contenuti digitali di alta qualità tutelando al tempo stesso i diritti sulla proprietà intellettuale dei legittimi proprietari”.