La divisione italiana di Business Software Alliance (BSA) torna all’attacco, questa volta per avvertire le piccole e medie imprese italiane (PMI) dei rischi che comporta l’utilizzo illegale di software.
La nuova campagna di comunicazione, che fa eco a numerose altre simili iniziative , viene proposta con lo slogan “Non ci sono scuse per usare software illegale” : indirizzata all’intera area del Mediterraneo viene definita da BSA Risk Awareness Campaign .
In buona sostanza tra oggi e il prossimo 15 novembre verranno spedite lettere a 30mila società italiane dislocate sull’intero territorio nazionale. A queste si aggiungeranno email spedite a 120mila contatti nel mondo delle PMI e banner che saranno pubblicati su alcuni siti di informazione economico-finanziaria.
I banner punteranno alla pagina dell’ Healthcheck Tool , un tool web già noto che consente alle imprese di capire – per dirla con BSA – “se le procedure di gestione delle risorse software in azienda sono appropriate e aggiornate, se sono ottimizzabili e in quali aspetti, oppure se l’azienda è vulnerabile da un punto di vista operativo, legale, economico etc.”
“Quella del software asset management – sostiene Luca Marinelli, vicepresidente di BSA Italia e coordinatore strategico della campagna nel Belpaese – è una politica di gestione delle risorse software che ogni azienda dovrebbe implementare. Non solo per limitare i rischi di incorrere nei rigori della legge, ma anche perché programmi originali e aggiornati aumentano le produttività del lavoro e riducono gli sprechi di tempo. Ora, grazie al tool on line, anche il piccolo imprenditore che ha poco tempo da dedicare all’IT nella propria attività potrà farsi il check up da solo”.
BSA, che quest’anno aveva già dato vita ad una campagna rivolta alle imprese nostrane dall’ambiguo titolo “Scopri il gusto dell’illegalità”, centra la campagna attuale su un messaggio in cui si spiega che “l’imprenditore che attua (o tollera) comportamenti illegali nell’utilizzo di software sui PC dell’azienda corre rischi finanziari, legali (civili e penali), d’immagine (danni alla reputazione nella business community) e operativi (malfunzionamenti e perdite di efficienza dovute ai programmi non originali)”.