Roma – “Sequestri da parte delle Forze dell’Ordine, azioni legali dei titolari dei diritti, iniziative politiche e contrasto alle nuove forme di pirateria su Internet. Una lotta che in Italia ha portato in un anno risultati record”. Parte così la nota con cui la Business Software Alliance (BSA) , l’alleanza dei produttori di software proprietario, ha annunciato l’inizio della Sweep Week , ovvero della settimana dedicata alla diffusione degli esiti delle attività condotte nel 2001. Attività che hanno al loro centro, appunto, la guerra alla pirateria informatica nel mondo.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi proprio la BSA ha pubblicato il rapporto IPR dal quale si evince che la percentuale di software pirata nel mondo non fa che crescere. Nonostante questo, la BSA afferma che i risultati fin qui raggiunti nel contrasto all’illegalità sono importanti e che per il futuro ci si può attendere ancora di meglio.
Vita dura per i pirati dunque? Secondo la BSA nell’ultimo anno l’industria del software ha dimostrato di saper rispondere a quello che sta accadendo con una serie di iniziative. Tra queste, una collaborazione crescente con le istituzioni e le forze di polizia in 85 diversi paesi del mondo, campagne di sensibilizzazione (alcune delle quali hanno fatto discutere ), consultazioni internazionali e nuove normative.
Nel 2001 BSA ha supportato le indagini su oltre 6.500 aziende europee mentre in Italia le azioni di verifica dalle Forze dell’Ordine sono state, ad oggi, 332. Il valore complessivo del materiale illegale rinvenuto, secondo BSA, ammonterebbe ad oltre 30 milioni di euro.
Durante un’azione condotta in Veneto nei confronti di 59 aziende nel gennaio di quest’anno, oltre il 75 per cento della società visitate dalla Guardia di Finanza è risultato in possesso di software illegale. Sono state comminate sanzioni per 600mila euro. Nel napoletano controlli analoghi effettuati nel mese di marzo di quest’anno hanno portato alla luce lo stesso tasso di pirateria.
Secondo la BSA, il fenomeno della pirateria software è talmente esteso che queste azioni hanno riguardato solo una piccola frazione delle perdite che si ritengono subite dall’industria del software in Europa e quantificate in 2,9 miliardi di euro. “BSA – si legge in una nota – sta valutando l’impiego di ulteriori risorse al fine di sradicare la mentalità dell’impunibilità così diffusa nelle aziende che adottano software illegale”.
“Il lavoro svolto a livello nazionale per rendere effettiva l’applicazione della legge sul diritto d’autore sta dando ottimi frutti – ha aggiunto Claudia Pavoletti, Responsabile di BSA Italia, commentando i dati italiani – basta citare la recente sentenza della Cassazione dello scorso 24 aprile, che ha riconosciuto come violazione del diritto d’autore anche la copia parziale di un software. D’altro canto non possiamo ignorare il fatto che nel nostro Paese, il 45 per cento del mercato usa software pirata, intere città italiane sono tappezzate da prodotti illegali e le aziende non ritengono ancora l’uso di software originale una necessità. A livello legislativo si può fare molto predisponendo strumenti di tutela ancora più efficaci e rendere, al contempo, la legge sul diritto d’autore più chiara e agile nella sua concreta applicazione”.
Ma Internet è un nuovo importante fronte che si sta aprendo per la BSA.
Nel campo del contrasto alla pirateria attraverso la rete Internet, secondo la BSA l’Italia si è particolarmente distinta per la consistenza dei risultati ottenuti. Nei primi 6 mesi dell’anno oltre 50 siti che duplicavano software sono stati chiusi dalle Forze dell’Ordine con il supporto di BSA.
A marzo l’operazione nota come “anticracking” , condotta su tutto il territorio nazionale dalle Unità Speciali della Guardia di Finanza – Nucleo Speciale per la Radiodiffusione ed Editoria, su disposizione della Procura della Repubblica di Arezzo, ha consentito di individuare e bloccare un network di duplicatori e distributori di materiale software illegale.
Più in generale, le azioni civili promosse da BSA nei confronti della aziende ree di aver duplicato illegalmente applicazioni software per il 2001 si sono concluse con transazioni per un valore di 103.000 euro. Nel primo semestre del 2002 le stesse transazioni hanno già raggiunto i 76.000 euro. “Le legalizzazioni portate a termine – si legge nella nota diffusa da BSA – cioè gli acquisti di software legali fatti dalle aziende “incriminate”, ammontano ad oltre 200.000 euro a fronte di software illegali rinvenuti per un valore di circa 74.000 euro”.
Nel corso del 2001 la BSA afferma di aver contattato oltre un milione di aziende europee offrendo strumenti gratuiti per la gestione del software oltre ad una guida di facile consultazione sulle disposizioni legislative relative al diritto d’autore in vigore nei diversi Paesi.
“In Italia – continua la nota – le azioni di sensibilizzazione sono state molteplici: tra queste una campagna radiofonica nazionale della durata di 2 mesi su tutti i principali network nazionali e una campagna di direct mailing indirizzata ad oltre 300.000 aziende per informare gli amministratori di come debbano essere correttamente gestiti gli strumenti informatici”.