Avranno 14 giorni di tempo per chiudere tutte le porte online, impedendo ai netizen di accedere al sito di indexing Newzbin 2 e di approfittare dei contenuti linkati. I vertici del provider British Telecom (BT) sono così tornati davanti al giudice Arnold presso l’Alta Corte di Londra, per ascoltare tutti i dettagli della sentenza emessa nello scorso luglio.
Quella che appunto aveva obbligato BT a bloccare tutti gli accessi al risorto Newzbin 2, grande aggregatore di file provenienti dai vari forum di discussione della rete Usene, caricati sovente in violazione del diritto d’autore. Il provider britannico dovrà ora utilizzare Cleanfeed, specifica tecnologia di filtraggio usata per oscurare materiale pedopornografico .
C’è una disputa in corso tra lo stesso ISP e la Motion Picture Association (MPA) che aveva scatenato la guerra legale contro Newzbin (1 e 2). I rappresentanti di BT vorrebbero procedere con il blocco dei soli indirizzi che forniscano accesso diretto al sito di indexing .
Di diverso avviso MPA, che vorrebbe rendere inaccessibile qualsiasi URL o indirizzo IP che vadano a facilitare l’accesso al sito . Il giudice Arnold ha offerto ai signori del cinema la possibilità di stilare una lista di spazi web legati in qualche modo a Newzbin 2, che già aveva implementato un software anti-filtro per rendere vana l’inibizione.
Pare inoltre che MPA stia cercando di convincere altri provider ad aderire in maniera volontaria all’ordinanza emessa nei confronti di British Telecom . I costi d’implementazione del sistema di filtraggio non sono però bassi: si parla di 5mila sterline da versare per avviarsi a chiudere tutti i pertugi digitali.
Mauro Vecchio