Una vita (online) vissuta pericolosamente. Btjunkie, popolare motore di ricerca BitTorrent, ha annunciato la sua definitiva chiusura dopo quasi 7 anni di attività . Un vero e proprio cyber-suicidio , voluto dagli stessi gestori della piattaforma canadese in seguito agli ultimi eventi di cronaca avvenuti nel tormentato universo della condivisione dei contenuti a mezzo elettronico.
“Prendere questa decisione non è stato semplice – si legge in un comunicato apparso sul sito di Btjunkie – ma abbiamo optato volontariamente per la chiusura. Abbiamo lottato per anni per il vostro diritto di comunicare, ma ora è tempo di andare. È stata l’esperienza di una vita e auguriamo a tutti il meglio”.
Fondato nel 2005, il motore di ricerca canadese aveva subito scalato la classifica dei siti più popolari del torrentismo globale. Con circa 4 milioni di file attivi e un ritmo di crescita pari a 4mila nuovi contenuti al giorno . In Italia la piattaforma era finita nelle mirino della Guardia di Finanza di Cagliari nell’Operazione Poisonous Dalhia . Tutti gli accessi al sito dal Belpaese erano stati bloccati.
Stando all’ articolo pubblicato tra le pagine online di TorrentFreak , gli admin di BtJunkie avrebbero deciso di chiudere per sempre in seguito al raid statunitense contro il cyberlocker Megaupload . A pochi giorni dal rifiuto annunciato dalla Corte Suprema svedese nel caso The Pirate Bay. Altre piattaforme di file hosting (su tutte, Filesonic e Fileserve) hanno deciso di bloccare volontariamente i download di contenuti caricati da utenti terzi.
Mauro Vecchio