Apple non poteva non sapere: era stato Ibrahim Balic, lo stesso Ibrahim Balic che aveva scovato nel 2013 un baco del programma sviluppatori Apple (risolto dopo qualche giorno di incertezza ), a segnalare a Cupertino una potenziale falla nei suoi servizi per il cloud computing iCloud. Tutto questo accadeva a marzo, come dimostrerebbero le email inviate da Balic a Apple all’epoca: missive che descrivono in maniera particolareggiata un problema analogo a quello emerso settimane dopo attraverso uno script postato su GitHub , e che secondo alcuni ha permesso ad uno o più sconosciuti di appropriarsi delle foto di attrici e modelle poi diffusi via Internet .
Un’accusa pesante, rivolta dallo stesso Balic tramite il sito Daily Dot , ma a cui all’epoca Apple aveva risposto semplicemente sottolineando la difficoltà di individuare una password tramite un attacco a forza bruta. Non è chiaro o confermato che si tratti esattamente dello stessa vulnerabilità , ma le somiglianze sono palesi: sebbene non tutti concordino sulla effettiva implicazione di questa vulnerabilità nella vicenda delle foto rubate, colpisce senz’altro la possibilità che Apple fosse al corrente di un problema e l’abbia ignorato o comunque rimandato la risoluzione fino a quando non è stato impossibile evitarlo.
Apple ovviamente non ha ancora commentato questo ulteriore sviluppo della vicenda: qualunque ammissione in tal senso potrebbe costare cara in un’ipotetica inchiesta o procedimento legale su quanto accaduto ai VIP, con le foto circolate su 4chan, Reddit e altrove. In ogni caso, anche se Apple fosse stata effettivamente a conoscenza di quanto successo da 6 mesi , ciò non comporterebbe automaticamente l’effettiva responsabilità dell’azienda nella sottrazione di dati personali dagli account delle celebrità: tuttavia porrebbe in capo all’azienda di Cupertino un grosso peso sul piano del giudizio da parte dell’opinione pubblica, che ancora non ha del tutto digerito quanto accaduto e di cui Apple ha bisogno di conquistare la fiducia per garantire il successo di altre sue iniziative come Apple Pay. Le parole di Tim Cook in pubblico, e la nuova sezione dedicata alla privacy sul sito aziendale, dovrebbero servire anche a questo scopo. ( L.A. )