Un cittadino statunitense di New York ha denunciato Intel per aver venduto processori difettosi. L’azienda californiana ha ingannato gli utenti affermando che i Core di 13esima e 14esima generazione erano i migliori sul mercato. Gli avvocati hanno chiesto lo status di class action, un risarcimento danni e il rimborso delle spese legali.
Danni permanenti ai processori
Nella denuncia (PDF) è scritto che il cliente ha acquistato un Core i7-13700K (architettura Raptor Lake). Come altri modelli di 13esima e 14esima generazione (architettura Raptor Lake Refresh), il processore ha manifestato segni di instabilità dovuti all’eccessiva tensione operativa. Intel ha rilasciato tre fix tra giugno e agosto 2024.
Nella denuncia viene evidenziato che le prime segnalazioni risalgono a fine 2022 e sono aumentate progressivamente durante il 2023 e all’inizio del 2024. Intel conosceva i problemi dei processori, ma non ha avvisato gli utenti continuando a pubblicizzare e vendere prodotti difettosi. Solo a fine luglio, l’azienda californiana ha comunicato di aver individuato la causa dei crash.
In determinate circostanze, gli utenti potevano chiedere la sostituzione in garanzia a Intel. In altri casi dovevano rivolgersi al produttore del PC. In base alle stime, il tasso di restituzione dei processori di 13esima generazione era quattro volte più alto rispetto alla precedente generazione. Il fix non ripristina i processori allo stato originario, quindi i danni sono permanenti.
Secondo gli avvocati, Intel ha ingannato i consumatori e nascosto i difetti per proteggere il brand e ottenere un ingiusto arricchimento. Se verrà concesso lo status di class action, l’azienda californiana potrebbe essere costretta a pagare danni milionari. Spesso le parti si accordano per un risarcimento extragiudiziale di importo inferiore.