Milano – Si respira un’aria particolare arrivando alla tappa italiana del Build Tour di Microsoft. C’è molta attesa anche da parte degli sviluppatori, veri protagonisti della giornata, per le novità che l’azienda di Redmond ha racchiuso nel prossimo sistema operativo che si appresta a lanciare sul mercato: Windows 10 segna un passaggio cruciale per riuscire a capire se Microsoft ha ancora qualcosa da dire nel mondo dell’informatica consumer , anche e soprattutto per quanto attiene i dispositivi mobile che si sono ormai imposti sul mercato.
La direzione impressa dal nuovo corso di Satya Nadella è evidente: i rappresentanti dell’azienda non fanno mistero di aver compreso quali siano stati i limiti di Windows 8 , arrivato nel momento peggiore sul mercato alla vigilia della crisi globale che ha congelato quella rivoluzione di form-factor e input su cui Microsoft aveva scommesso. Questo in ogni caso non costituisce un alibi, e la strada intrapresa per l’interfaccia di Windows 10 rende chiaro che questa volta le cose andranno diversamente: bisogna puntare su quanto è familiare e storicamente congeniale agli utenti, quindi pulsante Start e scrivania con le finestre, in modo tale da convincere la maggioranza a dare una chance a questa release.
Se per l’interfaccia si torna indietro, per così dire, ciò non vale però per l’infrastruttura: gli sviluppatori hanno già fra le mani la technology preview di Visual Studio 2015, che mette a disposizione gli strumenti utili ad approfittare della nuova Unified Windows Platform (UWP). Microsoft ha compiuto un passo importante, creando un vero e proprio livello intermedio che permette di astrarsi completamente dall’hardware: in questo modo è il sistema operativo a farsi carico di gestire le differenze in termine di architettura, permettendo di riunire sotto un solo ombrello lo sviluppo per più piattaforme.
Se ciò non bastasse, Microsoft sta sviluppando anche quelli che ha denominato “bridge”: uno strumento pensato per consentire a chi è già al lavoro su Android o iOS di portare le proprie app anche su Windows (su desktop, ma anche ovviamente sulla versione per i device mobile) con uno sforzo minimo in termini di rielaborazione del codice. Allo stesso modo in cui agisce la UWP, anche i bridge svolgeranno il ruolo di intermediari tra software ed hardware: il porting dovrebbe diventare pressoché indolore, salvo le indispensabili rivisitazioni necessarie per adattare l’interfaccia mentre la logica dell’app dovrebbe restare invariata. La speranza di Microsoft è ovviamente che questa tecnologia la aiuti a colmare il distacco che Windows Phone ha accumulato nei confronti dei due OS più forti del settore mobile.
In questo stesso percorso si inserisce l’altra grande novità di Windows 10 che unisce utenti finali e sviluppatori. Continuum è l’ovvia conseguenza di queste tecnologie di astrazione messe in campo da Microsoft , che dovrebbero consentire di creare applicazioni che si muovano agilmente e naturalmente su diversi formati di schermo e tipi di dispositivi. Questo significherà ad esempio per Office la possibilità di essere utilizzato sullo schermo di uno smartphone, per poi di collegare quest’ultimo a uno schermo esterno, tastiera e mouse per continuare a lavorare con la stessa applicazione che ci si attenderebbe di trovare su un PC.
Microsoft vede in prospettiva mutare ulteriormente il panorama del computing personale: di certo il personal computer non sparirà dalla circolazione, soprattutto nei mercati maturi come quello europeo, ma ci sono grandi fette di utenza che potrebbero decidere di dotarsi unicamente di uno smartphone come strumento tecnologico personale . L’evoluzione dell’hardware procede a un ritmo tale da consentire questo grande salto, e a Redmond si vogliono far trovare pronti: è evidente che anche la prossima generazione Lumia sarà sviluppata in questa direzione.
In questa fase la comunicazione, anche in questa occasione di incontro con gli sviluppatori, è tutta concentrata sull’esperienza consumer dell’ecosistema Microsoft: come ha ribadito anche Fabio Santini, responsabile per Microsoft Italia di evangelizzazione e del rapporto con gli sviluppatori, dopo 40 anni è arrivato il momento di rifondare questo importante capitolo che ha garantito all’azienda molti successi, ma che oggi si trova a fronteggiare molteplici sfide che arrivano soprattutto dal mondo mobile e della Internet of Things .
È presto per dire se la ricetta UWP sarà quella giusta, ma dal palco il messaggio è chiaro: Windows 10 tiene la porta aperta ai milioni di “vecchie” applicazioni che da due decenni popolano i desktop di Windows dal 95 in avanti (c’è il progetto Centennial pensato appositamente per traghettarle direttamente nel marketplace integrato nel sistema operativo), ma si apre con decisione a dispositivi di ogni tipo rivolti ai consumatori finali o che vadano a far parte di un’ecosistema che svolga altri compiti.
Agli sviluppatori viene chiesto senza ambiguità di adottare senza indugio il nuovo corso per farsi trovare pronti: cambiando subito le modalità di sviluppo e abbracciando la UWP si potrà distribuire la propria app a dispositivi che vanno da piccoli smartphone fino a maxi-schermi touch per il lavoro collaborativo . Microsoft da parte sua rinuncia, almeno per il primo anno, a monetizzare il nuovo sistema operativo per ampliarne la diffusione rapidamente: tutto starà a vedere come reagirà il pubblico al lancio di Windows 10, e se davvero verranno rispettate le previsioni di Redmond che parlando di 1 milardo di dispositivi equipaggiati col suo software da raggiungere tramite la sua piattaforma.
Luca Annunziata