Così non ci siamo. L’innovazione dei servizi legati alla Pubblica Amministrazione nel nome della tanto sbandierata Trasformazione Digitale non può rimanere una bella promessa sulla carta a cui non seguono fatti concreti. L’appuntamento di oggi con il Buono Mobilità e lo scivolone di SPID (disservizi segnalati per diverse ore con le credenziali Poste e Sielte) non possono che costringere chi di dovere a una riflessione. Si risolvano ora i problemi nell’immediato evitando ulteriori disagi ai cittadini, poi si resetti tutto per ripartire infine col piede giusto. Ce n’è ancora da pedalare.
SPID scivola nel giorno del Buono Mobilità
Il tonfo odierno non può che richiamare alla mente quello di pochi mesi fa, quando il sito INPS è caduto ancor prima di iniziare ad accettare le domande per la richiesta del Bonus da 600 euro. Sistemi diversi, finalità diverse e responsabilità differenti, ma un unico comune denominatore: l’inadeguatezza della piattaforma informatica predisposta. Eppure non era così difficile immaginare che oggi centinaia di migliaia di cittadini avrebbero legittimamente provato a chiedere il contributo.
Il sito ufficiale approntato dal Ministero dell’Ambiente online da questa mattina tutto sommato ha retto, nonostante qualche esitazione iniziale, prima inserendo gli utenti in una sala d’attesa virtuale e poi sottoponendo loro la procedura necessaria per richiedere il Buono. Peccato che al momento di effettuare l’autenticazione con SPID, unico metodo accettato, in molti abbiano visto comparire sui loro schermi un messaggio d’errore. Con buona pace di chi ha inutilmente aspettato per ore.
Siamo stati fin dal primo momento sostenitori dell’Identità Digitale. La reputiamo strumento essenziale se si vuol far compiere un passo in avanti decisivo al Paese nel non semplice percorso che mira a lasciarsi alle spalle un panorama frammentato per quanto riguarda accesso a fruizione dei servizi pubblici, ma i cittadini che scelgono di abbracciare l’innovazione non possono e non devono essere penalizzati. Chi in queste ore protesta ed esprime il proprio malcontento lo fa a buon diritto. Gli eventi di oggi siano un insegnamento.
La responsabilità di quanto sta accadendo sembra ad ogni modo poter essere attribuita non tanto a SPID in quanto sistema, bensì alla gestione delle credenziali da parte di due soli Identity Provider. È forse inoltre necessario ripensare le modalità di erogazione dei contributi: la logica del “chi prima arriva, meglio alloggia” propria di un Click Day è di per sé bacata e rischia di danneggiare chi per cause di forza maggiore non dispone dei mezzi necessari per affrontare la corsa al bonus, in primis in termini di connessione. Tutt’altro che un buon esempio anche nell’ottica di contrasto del divario digitale.