Da quando ha esordito, il nuovo sistema di abbonamento in-app di Apple non ha raccolto molti favori: almeno fino ad oggi, quando Bloomberg Businessweek ha esordito con la sua app per iPad (che si aggiunge ai periodici per la tavoletta Elle, Maxim e Popular Science) e di fatto ha accolto a braccia aperte il nuovo sistema.
Per gli operatori e gli editori erano due i problemi principali con l’abbonamento preteso da Cupertino: che rivendicasse per sé il 30 per cento su ogni transazione e che costringesse a fare attraverso l’app l’offerta commercialmente più vantaggiosa possibile. In poche parole, scardinerebbe l’intero sistema di abbonamento multipiattaforma adottato dai giornali per ammorbidire il passaggio dal cartaceo al digitale (legando per esempio gli abbonamenti tradizionali all’accesso all’app come extra) e di fatto spingerebbe gli editori a rinunciare al controllo diretto sui dati dei propri abbonati, utili e preziosi a fini di marketing e analisi di mercato.
L’ apprezzamento nei confronti del sistema di distribuzione di contenuti digitali basato su iTunes, per questo, sembrava rischiare di subire un duro colpo con le dichiarazioni minacciose di Financial Times. Bloomberg, invece, dimostra ora la piena intenzione di puntare su iPad e il sistema di abbonamento interno alle app, e lo fa con un’applicazione in prova gratuita con possibilità di abbonamento mensile ad appena 2,99 dollari . Un cifra che ha piacevolmente sorpreso gli osservatori non abituati a proposte simili (basti pensare ai 20 dollari dell’app del New York Times) e più in linea con i tagli dei costi di distribuzione di cui si stava per rinunciare a parlare.
Per giunta l’ abbonamento all’app è gratuito per chi sottoscrive quello cartaceo : possibilità che sembrava invece esclusa da quanto prescritto nelle nuove regole di Apple.
L’applicazione in sé si mantiene semplice (qualcuno dice spartana ) e non aggiunge praticamente nulla ai contenuti offerti nel numero mensile (che costa 4,99 dollari) o ai contenuti caricati sul suo sito liberamente accessibile, prevedendo opzioni di condivisione solo relative a Facebook, Twitter e email e solo un’ opzione di archiviazione simile a un cassetto dove riporre gli articoli da leggere in un secondo momento.
Per quanto riguarda la raccolta di dati demografici sui propri lettori, Businessweek spera di riuscire a farlo con altri mezzi, come servizi aggiuntivi.
Nel complesso riesce ad avere in questo modo un numero leggero, meno di 100 MB, e navigabile intuitivamente, tanto che i primi utenti lo hanno premiato con “cinque stelle” sul sistema di classificazione di app store.
Intanto arrivano i primi numeri relativi al paywall del New York Times: si assiste a “un calo delle visite compreso tra il 5 e il 15 per cento” e a un “calo delle page view tra l’11 e il 30 per cento”.
Claudio Tamburrino