BuzzFeed avrebbe , in almeno tre casi, rimosso dei contenuti in seguito alla protesta di un inserzionista. A testimoniarlo è una comunicazione interna del sito stesso che interviene, ed in un certo senso si confessa , su una serie di polemiche che la stavano coinvolgendo: in essa si legge che lo staff editoriale, ed in particolare il caporedattore dal 2012 Ben Smith, avrebbe proceduto alla rimozione di alcuni contenuti su richiesta del dipartimento commerciale della piattaforma.
La notizia, in realtà, circolava da qualche giorno, accompagnata dalla rimozione e poi dalla ripubblicazione di due post, a cui erano seguite le scuse e le giustificazioni da parte del capo redattore, che smentiva l’aspetto relativo alle motivazioni della censura.
I due post, uno scritto da Arabelle Sicardi contenente una critica alla pubblicità del marchio Dove, l’altro di Tom Chivers che criticava Monopoly della Hasbro per consigliare altri giochi da tavola, secondo gli osservatori mettevano in crisi rapporti di advertising tra i due marchi e l’editore, che aveva quindi deciso di rimuoverli provvedendo altresì a fare richiesta di delisting da Google.
Allora il capo redattore Smith si era scusato con i membri del suo staff per “aver agito senza rispetto nei confronti dei nostri standard”, ma aveva smentito in ogni caso l’ipotesi che avesse agito per difendere gli introiti pubblicitari del sito: piuttosto la sua decisione – presa di impulso e quindi forse sbagliata – era legata al dibattito circa allo spazio nel quale pubblicare le opinioni personali sul sito.
Tali giustificazioni, tuttavia, non hanno fermato le critiche: la scomparsa – e successiva ricomparsa – dei due articoli ha finito per scoperchiare il vaso di pandora sulla gestione dei rapporti con gli inserzionisti da parte di Buzzfeed. Secondo alcune fonti dal sito sarebbero d’altra parte spariti già 4mila post, scelte in quel caso giustificate da cambiamenti di standard editoriali in vista dell’entrata sul mercato finanziario.
Tanta e tale l’attenzione, che BuzzFeed ha sentito il dovere di lanciare una revisione interna sui post finora rimossi da Smith fin dal 2012, arrivando a riferire che tra i migliaia di post individuati e al momento al vaglio, tre sono stati già individuati come rimossi in seguito alla pressione del Dipartimento commerciale.
Claudio Tamburrino