Proprio nel momento in cui TikTok pare sempre più vicina a Microsoft, la parent company ByteDance si scaglia contro un altro big del mondo online statunitense: Facebook. Un ennesimo indizio di come per questioni non esclusivamente economiche, bensì legate anche a privacy, antitrust e rapporti diplomatici, potremmo presto veder ridefiniti gli equilibri che oggigiorno determinano le dinamiche nel mondo social.
FB nel mirino della parent company di TikTok
Le accuse mosse sono di plagio e diffamazione, pratiche volte a ostacolare la crescita della società a livello globale, una prospettiva che abbiamo già analizzato un paio di mesi fa. Riportiamo di seguito in forma tradotta quanto si legge nell’intervento pubblicato ieri dal gruppo cinese sul proprio aggregatore di notizie Jinri Toutiao.
ByteDance è sempre stata impegnata per diventare un’azienda globale. Attraverso questo processo abbiamo affrontato ogni tipo di complessa e inimmaginabile difficoltà, incluso uno scenario politico internazionale teso, scontri, conflitti tra differenti culture, plagio e diffamazioni dal concorrente Facebook.
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Dal social network in blu non sono giunte repliche in merito. Lo scorso anno il numero uno Mark Zuckerberg si è però pronunciato sull’attività di TikTok, definendo l’applicazione incline alla censura politica. Della questione abbiamo scritto anche su queste pagine in relazione alla messa al bando di contenuti legati a tematiche non viste di buon occhio da Pechino a partire da quelle che ricordano i fatti di piazza Tienanmen.