Le elezioni si avvicinano e così il mal di testa per i poveri elettori che si trovano a dover decidere da chi farsi rappresentare senza pentirsene il giorno dopo. Per rendere la scelta più semplice l’ Associazione per il software libero ha deciso di lanciare la campagna Caro Candidato , aderendo alla quale ogni singolo politico dichiara formalmente e pubblicamente il proprio sostegno alla causa del software libero inteso come bene comune.
Ma di che si tratta? È noto che il software libero è quel software che, sotto i diversi nomi di free ed open source software, permette a chiunque metterci le mani sopra e quindi di adattarlo ai propri scopi grazie a particolari licenze che ne tutelano la paternità ma ne favoriscono l’uso, la diffusione e l’adattamento gratuito anche a scopo commerciale. Come stanno scoprendo i professionisti del web e dell’editoria, dell’audiovisivo e dell’animazione, che sempre più lo scelgono per le sua versatilità, è anche un software che proprio perché si può guardare dal di dentro, offre quella caratteristica di trasparenza che è tanto importante nel rapporto fra PA e cittadino e che, in virtù dell’assenza di costi di licenze, spesso fa risparmiare dei soldi a chi lo adotta, istituzioni comprese.
Però, siccome nonostante le diverse proposte di legge che a livello regionale (Marche, Puglia, Lazio) ne vogliono favorire l’adozione, e il rinnovato impegno di alcuni partiti, come il PD, che una settimana fa ha presentato una legge quadro nazionale per promuoverlo, nonostante i numeri consistenti della sua adozione nel settore privato, che secondo l’ISTAT tocca punte del 39,7% tra le aziende con oltre 250 dipendenti, e la convinzione che esso svolga una funziona anticiclica in un periodo di recessione economica, come sostiene Novell sulla base dello studio commissionato ad IDC, sia le imprese che la PA non sembrano abbastanza determinate per farne uno strumento di politica economica. Perciò l’Associazione decide di voler giocare la partita della sua promozione.
L’obiettivo della campagna è quindi semplice: aiutare gli elettori a scegliere il candidato che pubblicamente si impegni a incoraggiare le amministrazioni ed i servizi pubblici a sviluppare ed utilizzare prioritariamente Software Libero e standard aperti; a supportare politiche attive a favore del Software Libero , opponendosi ad ogni discriminazione nei confronti di questo; a difendere i diritti degli autori e degli utenti di Software Libero, in particolare richiedendo la modifica di ogni norma che indebolisca tali diritti, contrastando ogni iniziativa legislativa che avrebbe questo effetto.
Nel sito in sintesi si chiede al candidato di sottoscrivere il patto per il software libero e nel caso accetti, dopo essersi fatto riconoscere, lo si invita a esporre sui propri siti un banner che lo identifica come sostenitore del software libero per segnalare a tutti quelli che nella libertà di software credono.
Insomma, dopo il successo dell’esperienza del 2008, quando in occasione delle Elezioni Politiche del 2008 la campagna di sensibilizzazione per promuovere il software libero, in soli 10 giorni aveva convinto 101 Candidati ad aderirvi sostenuti da 2.148 Elettori, desso si replica, a livello europeo, e con una piattaforma nuova di zecca. La motivazione resta sempre la stessa. “Far parlare il più possibile dei benefici che il software libero apporta alla società – ci dice Marco Ciurcina, presidente dell’associazione – crediamo infatti che solo così il grande tema della libertà di software possa superare i confini degli ambienti tecnici che finora se ne sono occupati”.
Arturo Di Corinto
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