Sorpresa! Assieme alla discussa DisplayPort, la nuova interfaccia per collegare i monitor integrata nei recenti aggiornamenti in alluminio della linea MacBook e MacBook Pro, Apple ha inserito nei suoi laptop anche un piccolo regalo senz’altro gradito ai suoi utenti: il DRM . Un sistema di cifratura software è ora in grado di stabilire dove passano i segnali video, e dunque di impedire la riproduzione di film e serie TV acquistate su iTunes Store su uno schermo diverso da quello del Mac.
Si chiama HDCP ( High Definition Content Protection ), ed è di fatto uno standard per i contenuti ad alta definizione: c’è su tutti i contenuti video distribuiti con Blu-Ray , tanto per fare un esempio, e consente di cifrare con una valida protezione AES a 128bit il segnale in uscita dal sistema di riproduzione. Nel caso dei MacBook, la variante impiegata si identifica più precisamente con la sigla DPCP ( DisplayPort Content Protection ), ed impedisce di riprodurre su schermi o proiettori esterni tramite l’uscita video integrata i contenuti protetti dalla versione 3 del sistema di protezione FairPlay di Apple.
A quanto pare, gran parte dei contenuti aggiunti recentemente a iTunes Store sono stati codificati con questa nuova release del DRM di Cupertino: alcune prove effettuate dimostrerebbero che il problema non riguarda i materiali presenti già da tempo sul marketplace virtuale di Apple, codificati ancora con la vecchia versione 2 dell’algoritmo. L’introduzione della DisplayPort, quindi, oltre ad un’apprezzabile diminuzione dei consumi e una migliore resa sui grandi display, si porterebbe in dote anche una meno auspicabile limitazione sulla possibilità di fruizione da parte degli utenti del materiale regolarmente acquistato : eventuali filmati provenienti da altre fonti (illecite) non essendo stati codificati in questo modo potranno essere liberamente visualizzati su qualsiasi schermo o proiettore.
Se la faccenda, come pare , sarà difficile da digerire per i Mac user, Apple potrebbe sempre decidere per una modifica dell’algoritmo FairPlay per consentire certe operazioni. D’altra parte, è raro che un prodotto sia perfetto nella sua prima incarnazione, e di certo i nuovi MacBook non fanno eccezione: alcuni utenti avevano lamentato un fastidioso bug che affliggeva il nuovo trackpad di vetro, che in talune situazioni risultava come congelato, probabilmente a causa di un problema del driver.
Apple nelle scorse ore ha rilasciato una patch per correggere il problema : si chiama MacBook, MacBook Pro Trackpad Firmware Update 1.0 : pesa poco meno di un megabyte, e in pochi passaggi consente di ovviare al freeze temporaneo del trackpad. L’ installazione dura pochi minuti, non c’è bisogno di riavviare, e il risultato è un dispositivo di input come nuovo – o per meglio dire, come avrebbe dovuto essere sin dall’inizio.
Tra le caratteristiche principali del nuovo trackpad c’è anche la capacità di gestire gesture multitouch fino a quattro dita : sfiorandolo si possono attivare Exposé e Spaces, le due estensioni multidesktop e di gestione delle finestre di Mac OS X, rendendo più semplice l’utilizzo del notebook anche senza l’ausilio del mouse. Sebbene questa possibilità fosse per il momento riservata solo alle ultime incarnazioni di MacBook, Pro e Air, un utente è riuscito ad attivarle anche su una vecchia versione del portatile ultraleggero di Apple, grazie ad un piccolo espediente software.
È bastato confrontare la vecchia versione del modulo del trackpad con quella nuova inserita di default in un nuovo modello per scoprire alcune voci che le differenziavano: copiando e incollando , michaelb (questo il nick con cui si firma l’hacker) è riuscito ad abilitare le nuove gesture anche sul suo MacBook Air di inizio 2008 . L’hack è probabilmente destinato a fungere su tutte le versioni di laptop Apple dotate di trackpad multitouch, sebbene per il momento sia sconsigliabile procedere alle modifiche a meno che non si sia in grado di ripristinare il sistema o sia possibile eventualmente reinstallare da zero il sistema operativo.
Luca Annunziata