Neanche nello spazio si può più stare tranquilli: un bel virus informatico è stato “pizzicato” su alcuni laptop, a bordo della International Space Station .
La notizia sta circolando diffusamente solo in queste ore ma, stando a quanto riferiscono Wired ed alcune altre fonti, il virus è stato individuato il mese scorso. Preoccupa una frase, che chiude il comunicato di Spaceref , da cui è emersa la conferma della notizia: “È stato notato che la maggior parte dei laptop non è dotato di alcun software di protezione o rivelazione di virus”.
Kelly Humpries, portavoce NASA, ha confessato a Wired che “Non è la prima volta che ci ritroviamo con un worm o un virus. Non capita di frequente, ma questa non è la prima volta”. Un’affermazione disarmante, se si pensa alla delicatezza di una circostanza d’impiego decisamente diversa da quelle terrestri.
Il più pressante interrogativo che circola riguarda la provenienza di tale virus: secondo le informazioni di Spaceref è il W32.Gammima.AG worm , un malware scoperto lo scorso anno incline al furto di password per l’ingresso in siti di online gaming e che, normalmente, si replica passando di supporto in supporto. I laptop infetti, benché indicati come di impiego secondario (email ed esperimenti nutrizionali, illustra ZdNet ), sono risultati infetti in più di un caso. Ciò lascia presupporre una sorta di contagio trasmesso attraverso un mezzo, possibilmente una Flash Card, una Pen Drive o – ipotizza Wired – una sorta di Intranet a bordo.
Tuttavia non c’è alcuna connessione Internet diretta sulla Stazione. Esiste solo un collegamento indiretto in banda KA , attraverso cui gli occupanti possono scaricare email o inviare video. Tale dato smantella l’ipotesi della provenienza dalla Rete e la portavoce NASA precisa: “Tutto viene controllato da un’apposita scansione prima che raggiunga la stazione”.
E per quanto riguarda gli altri sistemi, definiti in gergo mission critical ? Sono connessi allo stesso canale? “Non lo so – ha replicato Humpries alla domanda di Wired – e anche se lo avessi saputo non avrei potuto riferirlo per ragioni di sicurezza IT”. Le indagini sono tuttora in corso e coinvolgono sia gli USA, sia la Russia sia tutti gli altri partner, in quanto i materiali a bordo sono approvvigionati in compartecipazione da tutti i paesi coinvolti.
Marco Valerio Principato
(fonte immagine: NASA )