C'è del porno in Google TV

C'è del porno in Google TV

La IPTV di Mountain View si allea con un colosso dell'industria pornografica per provare a risollevare le sorti di un'iniziativa sin qui senza particolare fortuna. Il porno servirà a Google TV per sfondare?
La IPTV di Mountain View si allea con un colosso dell'industria pornografica per provare a risollevare le sorti di un'iniziativa sin qui senza particolare fortuna. Il porno servirà a Google TV per sfondare?

Google TV, la piattaforma IPTV voluta da Mountain View che non ha sin qui goduto di particolare fortuna commerciale, è ora aperta anche al porno: un nuovo canale a pagamento accessibile tramite “web app” garantisce contenuti per adulti non stop 24 ore su 24, sette giorni su sette.

A offrire il nuovo servizio a pagamento è il colosso Vivid , l’autoproclamatosi “leader nell’intrattenimento per adulti” che ha ben pensato di offrire ai sottoscrittori della sua offerta pay-per-view via web un’interfaccia esclusiva per Google TV.

La “web app” è costruita interamente in tecnologia HTML5, e per accedervi da Google TV basta visitare il sito vivid.com dalla piattaforma IPTV di Mountain View. Steven Hirsch, co-founder di Vivid Entertainment, sottolinea l’appeal del nuovo canale e la “godibilità” user-friendly di un’offerta che comprende film e porno-parodie di qualità e in alta definizione.

“Abbiamo passato più di un anno a sviluppare codice per un canale Internet-TV robusto e stand alone con un’interfaccia accessibile per il consumatore che può essere usata con l’attuale tecnologia Google TV e gli altri metodi di fruizione basati su Internet in sviluppo”, ha commentato Hirsch.

Basterà, il porno di Vivid Entertainment, a risollevare le sorti della IPTV con cui Mountain View voleva conquistare i salotti americani e che per ora deve accontentarsi di seguire ambizioni ridotte? I precedenti giocano a favore di Google, visto che il porno è noto per aver dato il la alla diffusione delle tecnologie di home entertainment degli ultimi 30 anni (VHS, DVD, Blu-ray e non solo).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
8 nov 2011
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