La capitolazione e la successiva richiesta di avviare le procedure per la bancarotta di Mt.Gox era apparentemente solo l’inizio, e ora che uno dei “colossi” del settore Bitcoin è caduto tocca ai piccoli dover affrontare un momento, nella storia della criptomoneta più popolare, che definire critico sembra riduttivo.
Si parla infatti di possibile implosione anche per Vircurex, servizio di scambio BTC online costretto ad affrontare le conseguenze dei massicci prelievi avvenuti nelle scorse settimane: i fondi prelevati dal servizio sono talmente tanti (in proporzione al business) che ora la società ha deciso di bloccare le operazioni su tutti gli account attivi.
Vircurex, che in passato era già stata vittima di attacchi con la conseguente perdita di fondi degli utenti, dice ora di dover scegliere tra la chiusura del sito – con perdite economiche “irrecuperabili” per tutti – e la formulazione di una soluzione che permetta al servizio di continuare a operare pagando “gradualmente” le perdite.
Nel mutevole mondo dei BTC gli utenti-investitori sono costretti ad affrontare incertezze quasi imperscrutabili, e può persino capitare che il già citato Mt.Gox annunci di aver trovato 200mila Bitcoin “perduti” (115 milioni di dollari USA) in un account inutilizzato.
Più o meno altrettanta incertezza caratterizza Bitcoin sul fronte della sicurezza, con il software base della moneta virtuale che si aggiorna per porre rimedio al famigerato baco della transaction malleability – lo stesso alla base del sacco di Mt. Gox – e certi worm per Linux che sfruttano tutte le piattaforme disponibili (PC, apparati di rete, “Internet delle cose”) per eseguire il mining di blocchi BTC.
Alfonso Maruccia