Hanno facilitato la vita a Clark Kent e al mondo che ha preceduto l’avvento dei cellulari, ma erano ormai diventate vestigia impolverate e sporche di un passato ormai lontano. Per loro è arriva l’ultima, inevitabile, chiamata: Agcom ha decretato il pensionamento di gran parte delle cabine telefoniche .
Il garante per le telecomunicazioni ha autorizzato Telecom Italia, con delibera pubblicata in Gazzetta ufficiale numero 77 del 2 gennaio 2010, a rimuovere i telefoni pubblici, risparmiando solo quelli presenti in ospedali, scuole e caserme .
Anche le altre cabine, in ogni caso, possono essere salvate: in ognuna delle candidate alla rimozione verrà affisso un cartello con le indicazioni per inviare un’email nel caso in cui si ritenga che la postazione meriti di essere risparmiata: l’utente interessato potrà scrivere all’indirizzo cabinatelefonica@agcom.it “per chiedere che questo telefono resti attivo” e specificando i propri ” dati, un recapito, l’indirizzo della cabina e le motivazioni della richiesta”.
In mancanza di missive salvifiche, le prime rimozioni sono previste per il 20 giugno : Agcom riferisce che per ogni anno successivo all’entrata in vigore della delibera potranno essere rimosse al massimo 30mila cabine e Telecom entro il 31 gennaio di ogni anno dovrà comunicare all’Authority l’aggiornata banca dati della telefonia pubblica.
Si tratterà in ogni caso di un lavoro agevolato dallo sfoltimento delle cabine avvenuto nell’ultimo decennio, periodo nel quale le cabine sono passate da 300mila a 130mila unità per la riduzione del loro utilizzo del 90 per cento, sia come numero di conversazioni che come media di minuti trascorsi alla cornetta.
Claudio Tamburrino