Massimiliano Capitanio, Commissario AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), è intervenuto ieri sulla questione relativa a calcio e pirateria, con un post su LinkedIn che cita la possibilità di multare chi utilizza una VPN per guardare gli eventi sportivi in modo non autorizzato. Lo ha fatto dopo aver partecipato a un incontro sul tema organizzato da FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Riportiamo di seguito le sue parole.
Il fatto che le organizzazioni criminali, che gestiscono il business della pirateria, stiano invitando i loro clienti a nascondersi dietro a sistemi VPN, è una notizia positiva.
Sanzioni a chi usa VPN per piratare il calcio
Il motivo della soddisfazione manifestata da Capitanio sarebbe da collegare all’imminente debutto della piattaforma creata proprio con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dello streaming illegale. Il funzionamento è quello spiegato in tanti articoli pubblicati su queste pagine negli ultimi mesi.
Il Commissario fa poi riferimento alla legge 93/2023. È la stessa che getta le basi per la sua introduzione, con un esplicito riferimento a una sanzione fino a 5.000 euro per chi fa utilizzo di una Virtual Private Network per accedere alla visione non autorizzata degli eventi, spesso tramite pezzotto.
Primo: la legge 93/2023 ha colto nel segno. Secondo: chi usa VPN non è un utente inconsapevole, ma sa di commettere un reato. E quindi rischia una sanzione fino a 5.000 euro. E ho la sensazione che ne leggeremo delle belle.
Per individuare e punire chi si affida a questi sistemi per l’accesso allo streaming illegale sarà però necessaria la collaborazione dei gestori di questi servizi. Un’altra questione complessa e delicata, che abbiamo già affrontato in un articolo del mese scorso. Molte di queste realtà, va ricordato, operano da paesi diversi dall’Italia e garantiscono il rispetto di rigorose politiche no-log ai clienti ovvero affermano di non salvare alcun dato in merito alla loro attività.
Una Virtual Private Network, va precisato, è uno strumento di per sé del tutto legale. È utile per finalità come la tutela della propria sfera privata durante la navigazione online, l’accesso a risorse aziendali protetto da crittografia o l’aggiramento delle censure.
Un canale di Lega Serie A da 20 euro/mese?
Intanto, sul fronte diritti e abbonamenti, nei giorni scorsi, Il Sole 24 Ore ha riportato un’indiscrezione piuttosto interessante. È quella che fa riferimento alla possibilità di vedere Lega Serie A introdurre un’offerta ad hoc per il calcio, attraverso un canale proprietario.
Le voci di corridoio citano almeno due formule di sottoscrizione. Una da 20 euro al mese e l’altra da 30 euro al mese, con caratteristiche tutte da definire. Potrebbe costituire un’alternativa dedicata a chi vuol seguire solo una squadra. Utilizzare il condizionale al momento è d’obbligo, poiché mancano conferme.