La settimana che sta per concludersi è stata segnata dall’annuncio di Libra, la criptovaluta fortemente voluta da Facebook che debutterà nel corso del 2020. Sarà supportata dai membri di un’associazione che vede tra le proprie file anche Calibra, sussidiaria appositamente creata dal gruppo di Mark Zuckerberg. E mentre in molti (politici compresi) rivolgono le loro attenzioni alle potenziali ripercussioni del progetto sull’economia locale e globale, c’è chi si focalizza su un altro aspetto: il logo.
Il logo di Facebook Calibra e quello di Current
Quello scelto dal social network in blu per Calibra è un cerchio con al suo interno una tilde (~), simbolo impiegato in tempi antichi per indicare un’abbreviazione, oggi ancora utilizzato in lingue come il portoghese o lo spagnolo. Per la moneta il grafema sarà invece ripetuto tre volte, verticalmente (≋). Il viola come colore identificativo non solo della sussidiaria, ma dell’intera infrastruttura e piattaforma che basandosi su una blockchain sarà allestita per consentire lo scambio di valuta a livello mondiale, direttamente all’interno di applicazioni come Messenger e WhatsApp, sui portali di e-commerce e (come sperano i promotori) anche nei negozi fisici.
Current, startup americana fondata nel 2017 che emette carte di debito basate sul circuito Visa (quest’ultima curiosamente è presente tra i membri della Libra Association) indirizzate in primis ai teenager e che da qualche mese offre anche un vero e proprio conto corrente destinato ai più giovani, ritiene che il logo scelto da Calibra sia troppo simile al proprio. E se ne lamenta su Twitter con un post dal taglio volutamente ironico.
Questo è ciò che accade quando ti è rimasto un solo pastello.
this is what happens when you only have 1 crayon left pic.twitter.com/2JY5JfesQD
— Current (@current) June 19, 2019
Non possiamo effettivamente smentire. Bizzarro che la realtà operi in un territorio che presenta più di un punto di contatto con quello di Libra, moneta virtuale pensata anche per l’invio di denaro tra amici e familiari (in modalità peer-to-peer), con un portafogli digitale per la gestione dei fondi. Questo potrebbe effettivamente generare confusione nell’utente finale.