Era la fine dello scorso giugno quando i supremi giudici californiani bocciavano la legge di stato contro la vendita ai minori dei cosiddetti killer game . I vertici della Entertainment Software Association (ESA) non esitavano a parlare di una decisione storica per la tutela della libertà d’espressione in terra statunitense.
Ma l’industria videoludica non sembra aver finito con le autorità californiane: la stessa ESA ha infatti chiesto ai giudici locali di obbligare lo stato a pagare per tutte le spese sostenute a livello legale. Un risarcimento da quasi 1,2 milioni di dollari , sborsati dall’industria per combattere in aula la proposta di legge contro i videogame violenti.
Non è la prima volta che i vertici di ESA chiedono un risarcimento del genere. Nel 2006, un giudice dell’Illinois aveva obbligato le autorità di stato a rimborsare l’associazione con circa 500mila dollari . Stesso destino per i governi di Louisiana e Michigan, proprio in seguito alla sconfitta nell’accesa crociata contro GTA e affini.
Lo stesso CEO di ESA Michael Gallagher ha sottolineato come la proposta di legge si sia rivelata incostituzionale e oppressiva nei confronti della libera espressione. E soprattutto come le autorità californiane abbiano gettato risorse e soldi dei contribuenti per un nulla di fatto.
Mauro Vecchio